In un momento di tale confusione nella scena politica italiana, mentre falchi e colombe prendono strade diverse e apparentemente si contrappongono rottamatori da una parte e veterani dall’altra, la popolazione è stratificata in modi sempre più estremi: da chi percepisce pensioni d’oro a chi per mangiare ricorre alle mense solidali. In un Paese che ogni giorno mostra le sue fragilità e le sue criticità, troppo spesso inascoltate per cattiva politica o per le distorsioni di una macchina burocratica assai complessa, cresce la sfiducia verso uno Stato che secreta documenti straordinari per sedici anni restando inerme davanti la morte di uomini donne e bambini nella terra dei fuochi; verso una classe politica che impone austerità ai cittadini, ma non manca di elargire fondi degli stessi a privati che mostrano di non aver seguito condotte virtuose, tanto da dover essere salvati. Si parla sempre più d’Europa e sempre meno dell’Italia e degli italiani e il bipolarismo, quasi ossessivamente inseguito negli ultimi anni, si profila come una possibile contrapposizione futura tra europeisti e antieuropeisti più che tra socialisti e popolari! Abbiamo incontrato uno degli interpreti della politica romana, il deputato messinese Vincenzo Garofalo, il quale ci ha concesso in esclusiva un’intervista su politiche economiche e sociali, spaziando dalle novità in casa centro destra al rapporto dell’Italia con il resto della Comunità Europea, soffermandosi sulle problematiche dei nostri mercati e l’inadeguatezza delle strategie sin qui varate per restituire agli italiani non solo quella fiducia che un popolo dovrebbe, naturalmente, nutrire verso chi lo governa, ma anche la dignità di attori in un mercato che sia veramente liberale. Uno Stato che chiede ai suoi sacrificio e rinunce, martellandolo con tasse e un sistema fiscale iniquo, perde sempre più credibilità a fronte di scandali come quello delle slot machine o di MpS. Di questo e molto altro abbiamo parlato con l’on.Garofalo. (ELEONORA URZÌ)
nb: nell’intervista si fa riferimento ad un fondo che l’allora ministro della Gioventù, on.Giorgia Meloni, aveva destinato alle giovani coppie ed ai lavoratori a tempo determinato al fine di far concedere loro, dagli istituti di credito bancario, mutui a tassi estremamente agevolati. Nell’intervista si parla di miliardi, ma è doverosa l’errata corrige dovuta ad una defaillance: trattavasi di milioni di euro.