Messina non ha perso l’occasione per mostrare la vicinanza all’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele che, con un’ organizzazione in tempi da record, ha eseguito un piacevole Concerto di Capodanno con i classici di repertorio ma soprattutto con un inconsueto Rachmaninov (Concerto per Pianoforte ed Orchestra n.2 in Do minore Op.18) affidato al talentuoso Luca Buratto al pianoforte.
Soddisfatti i vertici del Vittorio Emanuele che hanno fatto gli onori di casa salendo sul palco prima dell’Inno d’Italia che ha dato il via all’esibizione i cui proventi sono stati destinati alla Croce Rossa Italiana.
Il concerto ha riaperto il dibattito sulle sorti della prossima stagione teatrale, con una iniezione di ottimismo che, se non servirà a far quadrare i conti, per lo meno gioverà a trovare vie alternative ai finanziamenti bloccati in Regione.
Un pomeriggio che ha restituito vitalità al teatro, con il foyer salottiero in cui tra una fetta di pandoro e lo spumantino, tutti si sono scambiati l’augurio di un 2018 migliore.
E per finire l’immancabile marcia di Radetzky, per il godimento del pubblico che ha cercato di modulare gli applausi con quell’alto e basso che lo spiritoso e bravo maestro Marco Alibrando ha cercato di dirigere, spalle all’orchestra che per quest’occasione ha creato un cerchio, un abbraccio ideale con la città. (Pal.Ma)