Non è stato un venerdì qualunque quello di ieri per gli arbitri della Sezione Aia di Messina. Infatti ieri tutti i tesserati messinesi hanno avuto la possibilità di partecipare ad una riunione tecnica con un relatore d’eccezione: Stefano Braschi, ex arbitro internazionale, una delle espressioni massime dell’arbitraggio italiano degli ultimi decenni, direttore di gara della finale di Champions League del 2000 disputatasi a Parigi (Real Madrid – Valencia 3-0). Oggi Stefano Braschi è “allenatore” e designatore degli arbitri di Serie A. Per motivi logistici la riunione non si è svolta nei locali sezionali di Via San Sebastiano, ma nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, grazie alla collaborazione dell’ex arbito ed attuale consigliere comunale Giuseppe Chiarella.
Ad aprire le danze è stato il presidente della Sezione Aia di Messina, Massimiliano Lo Giudice, il quale ha dichiarato di aver provato una forte emozione quando ha saputo della presenza di Braschi a Messina. Lo Giudice ha anche portato i saluti, riferiti telefonicamente, di Marcello Nicchi, presidente nazionale dell’Aia, a tutti gli associati messinesi. Presenti all’evento anche l’ex presidente dell’Aia di Messina, oggi componente del Comitato Regionale, Orazio Postorino, il commissario straordinario dello stesso Comitato, Pippo Raciti, il neo componente del comitato nazionale Rosario D’Anna ed il vice presidente della Sezione Aia di Messina, Giovanni Aveni.
In apertura del suo intervento, Stefano Braschi ha espresso la sua felicità di essere di fronte ad una grande platea (il Salone delle Bandiere era quasi al gran completo) e di essere contento di ritornare in una terra, la Sicilia, che suscita in lui tanti piacevoli ricordi: “soprattutto ai tempi in cui arbitravo la Serie D sono stato mandato davvero tante volte in Sicilia, un ambiente stupendo”.
Nel parlare della sua esperienza, Braschi ha dichiarato di essere contento di essere arrivato ai livelli massimi sia da arbitro, che da dirigente: “Era un sogno per me poter diventare l’allenatore degli arbitri. Coverciano, dove si svolgono quasi ogni settimana i ritiri degli arbitri di Serie A, è una seconda casa per me”.
Parlando delle differenze dell’arbitraggio fra il passato ed il presente-futuro, Braschi afferma che “prima l’arbitraggio era uno sport individuale, ma l’arbitraggio del futuro è uno sport di squadra. Non sbaglia l’arbitro, ma gli arbitri, ora che in Serie A ce ne sono 6 in campo ad ogni partita”. La tv poi, secondo Braschi, la quale fa vedere sempre e solo gli errori degli arbitri, senza sottolineare mai le scelte giuste, dà una pressione troppo forte agli arbitri, la quale non consente di poter mandare sempre gli stessi arbitri nei match clou, “per questo noi abbiamo la fortuna di avere una grande squadra di arbitri che possono arbitrare qualsiasi partita. La squadra ti esalta quando vai bene e ti protegge quando sbagli”.
Rivolgendosi poi ai tanti giovani “fischietti” messinesi presenti, Stefano Braschi dice: “voi dovete sempre sognare. Le motivazioni nascono dal sogno che avete. Io sono arrivato ai massimi livelli solo perché ho sempre sognato di arrivarci. Ho avuto tanti momenti difficili, ma non ho mai abbandonato il sogno della Serie A, bisogna crederci con costanza. Tutti conoscono il regolamento, ma la differenza la fa l’atteggiamento”.
In conclusione, i giovani arbitri messinesi hanno approfittato della presenza di un personaggio di immenso livello, per porre alcune domande in merito sia sulla carriera di Braschi, sia su singoli episodi arbitrali recenti. Tra tutti, è stata visibile l’emozione di un neo arbitro, esordiente da poche settimane, il quale ha chiesto: “Cosa può consigliare a noi giovani, per diventare come lei?”. Questa giornata di festa per gli arbitri messinesi si è conclusa con una cena insieme a Stefano Braschi.
Nella foto di Valerio Villano Barvato, a sinistra il commissario straordinario del Cra Sicilia, Pippo Raciti, a destra Stefano Braschi. (SIMONE INTELISANO)