Sono tante le voci che si danno il cambio, richiamandosi e rispondendosi l’un l’altra, nella lunga mattinata rischiarata da un sole imprevisto alla Cittadella della Speranza. E sono tante perché tanti sono i protagonisti di questa bella storia di solidarietà, impegno, concretezza di risultati.
“In questo luogo – dice infatti l’Arcivescovo di Messina monsignor Calogero La Piana, alla sua prima visita nella struttura di Nizza di Sicilia – la presenza, l’accoglienza, la carità diventano fatti evidenti. Come diventa evidente l’irrinunciabile valore della sinergia, dell’operare insieme, dell’unione che fa la forza”.
“La preghiera è diventata azione – ha detto poco prima padre Tanino Tripodo, direttore della Caritas Diocesana, nel ripercorrere la storia della struttura e dei progetti che vi si realizzano –grazie all’apporto di ciascuno”.
L’unione è quella di istituzioni, privati e Diocesi. La Cittadella della Speranza nasce dalla collaborazione tra Comune di Nizza di Sicilia, Caritas Diocesana di Messina e associazione di volontariato “Vivere insieme” di Nizza di Sicilia.
Ma si può dire anche che è il “sogno” di “Vivere Insieme” il cui presidente Ulderigo Diana lancia un appello alla Regione così come agli Enti locali: “Non bloccate nelle pastoie delle fidejussioni – dice – i progetti e le volontà di realtà come quelle associazionistiche che, invece, garantiscono con la loro fatica e il loro diretto interessamento, con il loro coinvolgimento personale e con le stesse necessità di cui sono portatrici la piena riuscita di iniziative come questa Cittadella”.
La Cittadella ha una struttura a “u” capovolta. Al centro, l’Auditorium del Comune. Del Comune è anche il terreno su cui sorgono tutti i corpi, destinato appunto ad attività a sostegno dei diversamente abili.
Il sindaco di Nizza di Sicilia, Giuseppe Di Tommaso, ha introdotto la giornata di oggi e con sobrietà ha raccontato il proprio orgoglio di rappresentante delle istituzioni locali. “Non lasciateci soli”, ha concluso. “Non lasciate sole queste tante splendide persone che operano qui per migliorare la nostra terra”.
Nella Cittadella si completerà a giugno il percorso sperimentale di un anno, finanziato dalla Regione, del Centro diurno per persone autistiche. Un centro di eccellenza vero e proprio, che accoglie venti tra minori e giovani adulti, seguiti, assistiti e incoraggiati passo passo da una equipe professionale di 23 tra neuropsichiatri, psicologi, educatori, istruttori, assistente sociale, operatori socio-assistenziali, autista, addetti alla pulizia e un nutrito gruppo di volontari. Il Centro aiuta gli ospiti a sviluppare capacità di comprendere e relazionarsi, di muoversi con autonomia e di agire con piena dignità in una società per la quale – come recita una delle frasi che scorrono in sovraimpressione nel video di presentazione – sono “male equipaggiati”.
Il Centro diurno trova casa in una stanghetta della “u” rovesciata ed è stato ristrutturato grazie al contributo della Caritas di Messina. Lo gestisce una ATO, un’associazione temporanea formata dalle quattro onlus “Vivere Insieme”, “Possiamo farcela”, “Carpe diem, insieme per l’autismo” e A.N.G.S.A. di Messina. Presidente dell’ATO è Pippo Calà che ai rappresentanti della Regione ricorda – con incisività e passione – come ridurre gli investimenti nella Cittadella significherebbe interrompere un percorso di crescita importantissimo dei venti autistici e togliere speranza alle famiglie.
La Regione risponde pubblicamente. E pubblicamente, con affermazioni chiare, si impegna. L’assessore Ester Bonafede, sottolinea che è già avviato quel tavolo permanente di collaborazione, di messa in comune di obiettivi e fondi, di scelte condivise, che per anni si era invano atteso, tra gli assessorati alla Famiglia e al Lavoro di cui ha la delega e l’assessorato alla Salute guidato da Lucia Borsellino, oggi assente per motivi di salute e rappresentata dal dott. Piscitello. Una sinergia, quella tra i due assessorati, che garantisce maggiore efficacia ed efficienza, una migliore gestione delle risorse, massime garanzie per le realtà come quella della Cittadella. Una mamma fa eco dal pubblico all’assessore Bonafede, tradendo lo strazio di aver perso le proprie figlie. Ed è a questo punto che l’assessore – scusandosi per il fatto di far riferimento alla propri vita – confessa, con pochissime parole che lasciano attoniti il pubblico, di poter comprendere “un dolore che non ha eguali”, avendo lei stessa perso una figlia appena sedicenne.
“Il peccato maggiore per un politico – ricorderà a conclusione della mattinata Giovanni Ardizzone, presidente dell’ARS – è quello di omissione. Le istituzioni regionali sono qui per assicurarvi che il Centro diurno di Nizza non chiuderà una volta completato questo primo anno sperimentale. Perché di questo Centro c’è bisogno. E perché rappresenta un modello positivo di buona amministrazione e di buona sanità per tutta la Sicilia”.
Sostiene il Centro, partecipando con due risorse professionali e vigilando sul corretto andamento del progetto, l’Azienda sanitaria provinciale 5. “Il Centro diurno – afferma con forza Antonino Ciraolo, responsabile del Dipartimento Salute Mentale dell’Asp – è una realtà unica in Sicilia, che ha valore in sé e ha valore di modello per gli altri territori”. Accanto a lui, seduto al tavolo dei relatori, c’è stato fino a poco prima il commissario dell’Asp Manlio Magistri che però, scusandosi di dover andare via, si è allontanato per un impegno istituzionale. “Il dott. Magistri ha detto tante volte ‘sì’ a questa realtà”, ha ricordato Ciraolo. Che ha concluso parlando del dovere delle istituzioni di ascolto e aiuto e impegno concreto.
Il Centro diurno per persone autistiche di Nizza ha già una lista d’attesa, le famiglie che aspettano di poterne usufruire sono altrettante di quelle che già ne usufruiscono. Un dato di fatto al quale tutti i partecipanti alla giornata vogliono dare risposta. E nelle parole puntuali della dottoressaMaria Elena Calabrò, dell’equipe che segue gli ospiti, nelle slide e nelle fotografie, nel video che mostra gli ospiti al lavoro, che si da’ sostanza ai bisogni e alle possibilità di questi ragazzi. Ma è soprattutto nelle parole dei genitori, rotte talvolta dal pianto, che si percepisce l’enormità del dolore e la grandezza della volontà di chi è il primo e vero protagonista. Parlano il papà di Andrea, il papà di Daniele e il papà di Chiara. Testimoniano i miglioramenti dei loro figli, ne spiegano l’importanza. La loro voce pur provata trasmette forza. “I nostri figli ci insegnano a non arrenderci. E noi infatti non ci arrendiamo”, dice Anna Rizzo, presidente di “Possiamo farcela”. “Ci servono solidarietà, ascolto e attenzione. Ci serve che la burocrazia sia sensibilizzata e non tratti le nostre ‘carte’ come scartoffie, perché dentro ogni documento che produciamo o istanza che presentiamo c’è un mondo intero”. Mentre Nica Calabrò, presidente dell’Angsa, lancia un appello per un altro Centro diurno per autistici, quello che si sta mettendo in piedi a Barcellona Pozzo di Gotto, anch’esso con numerose famiglie che lo attendono piene di speranza. “Ringrazio tutti coloro che ci vorranno aiutare – dice – e ringrazio moltissimo la Caritas che per la Quaresima di carità 2013 si è impegnata in una raccolta di fondi proprio per il Centro di Barcellona”.
L’altra stanghetta della “u” rovesciata che è la Cittadella è Casa Maggiore, nata grazie al contributo della famiglia Maggiore, che ospita tra l’altro corsi di formazione e laboratori. Qui si conclude oggi – con il rinfresco offerto agli ospiti della giornata – il progetto “A casa di Jessica”, realizzato dall’associazione di volontariato di Nizza “Vivere Insieme” con la Caritas. “A casa di Jessica” ha condotto per mano un gruppo di 24 soggetti a rischio di esclusione sociale, 18 portatori di diversabilità varie e otto soggetti autistici, ad imparare a cucinare, apparecchiare, servire. Idealmente, la conclusione di questo progetto che tante soddisfazioni ha già dato fa da “lancio” per l’avvio di un altro progetto, PAO Persona Ambiente Occupazione, “firmato” da “Vivere Insieme” con le associazioni di genitori “Possiamo farcela” di Messina, “Carpe diem, insieme per l’autismo” di Taormina e A.N.G.S.A. di Messina e con la cooperativa sociale di tipo B “Pro Alter 2000”. A marzo avrà inizio e porterà in un anno un gruppo di “ospiti speciali” di questa Cittadella a essere avviati al lavoro, appunto nella “Pro Alter”. L’obiettivo è quello di costituire, proprio nella Casa Maggiore, una struttura ricettiva alberghiera con al centro un ristorante gestito da ragazzi diversamente abili attraverso un percorso progettuale di un anno finanziato dalla Regione. “Abbiamo accolto l’invito a partecipare – dice il dott. Carmelo Caporlingua, presidente della “Pro Alter” – perché crediamo fermamente nelle potenzialità di questi ragazzi. Come già siamo riusciti a fare in altri casi, l’inclusione sociale e l’integrazione lavorativa possono diventare una realtà. Tutelare il pieno sviluppo di queste persone consente allo stesso tempo che siano sempre meno bisognosi dei servizi del sistema socio-sanitario che quindi realizza anche un significativo risparmio sulle casse dell’Erario”.