Soldi pubblici, tanti. Oltre un milione di euro arrivato indebitamente nelle tasche di un ristretto gruppo di funzionari e dirigenti, che si preoccupavano di lasciare qualche briciola ai dipendenti da rabbonire. E’ quanto ha scoperto la Procura di Messina, che ha chiuso l’inchiesta sul Consorzio Autostrade Siciliane che nel 2015 portò alla sospensione di sei dirigenti. E omertà. Quella che ha portato chi sapeva a non denunciare. Come l’ex commissario straordinario del Cas, l’avvocato messinese Nino Gazzara, oggi vice presidente del Consorzio. Gazzara risulta indagato per l’ipotesi prevista dall’art. 361 c.p., ovvero per “Omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale”.
A firmare l’atto di chiusura delle indagini preliminari il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, che ha coordinato l’intera inchiesta, e il sostituto Stefania La Rosa. Oltre alla truffa e al falso, ora la contestazione riguarda anche il peculato aggravato.
In questa terza tranche dell’operazione denominata Tekno sugli incentivi progettuali “gonfiati” al Cas tra il 2012 e il 2013, che nell’aprile scorso provocò un vero terremoto giudiziario al Consorzio, sono 59 gli indagati.
La nuova informativa della Dia ha ridisegnato gli scenari su quanto successe in quegli anni, in cui giravano “mazzette” tutte interne al Consorzio: somme non giustificate da pezze d’appoggio concrete che si spartivano soprattutto i capi, che incrementavano lo stipendio con incentivi tra i 40mila e i 200mila euro.
La nuova informativa messa a punto dagli investigatori della Dia di Catania e Messina e firmata del capo-centro della Dia di Catania Renato Panvino, ha anche allargato il campo delle presunte responsabilità. Oltre cioé al percepimento “nudo e crudo” degli incentivi gli investigatori, nei nuovi accertamenti, effettuati dopo l’aprile scorso, hanno rivolto la loro attenzione anche al concetto di mancata denuncia dei fatti.
In particolare il riferimento è a Nino Gazzara, che entra nell’inchiesta attraverso l’intercettazione telefonica. Siamo nel settembre 2013, e gli inquirenti registrano una telefonata con un dipendente, adesso finita agi atti del processo.
Per quel che riguarda i due anni in questione ecco le cifre liquidate con una serie di decreti, che sarebbero state indebitamente percepite da dirigenti, funzionari e dipendenti del Cas. Nel 2012 si è trattato di 547.989,68 euro, nel 2013 molto di più, 841.186,43 euro.
Il procedimento avrà inizio a gennaio del prossimo anno. Le udienze, viste le dimensioni, si terranno nell’aula della Corte d’assise, o probabilmente, se i due tronconi dell’inchiesta verranno riuniti, nell’aula bunker del carcere di Gazzi. (@Pal.Ma)