Un bracciante cinquantenne, piange mentre spala i detriti davanti a casa della madre: ”È un miracolo, mia mamma non ci sente bene, è quasi sorda e non si è accorta di niente. Ha continuato a dormire nel suo letto mentre fuori c’era l’inferno. Ero terrorizzato, finché non sono riuscito ad aprire casa e a vederla. Solo allora si è resa conto di quello che era accaduto, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme. Non può essere che un miracolo, solo un miracolo…”. Accanto a lui un bambino, poco più di 10 anni, scappa dalla madre perché vuole vedere il luogo dove è morto il suo piccolo amico Luigi. La mamma lo insegue e cerca di bloccarlo: non ci riesce, lo faranno i militari dell’esercito e i carabinieri, che presidiano la zona e gli impediscono di andare avanti. Molti altri dei quattro mila abitanti di Saponara sono al lavoro: non hanno tempo per lamentarsi o alzare la voce: ”Questo è il momento – dice un’anziana – di lavorare, non di parlare. Spero che lo facciano tutti”