Un’originale attività di ricerca, condotta da docenti delle Università di Messina e Pavia, è stata effettuata presso la Cattedrale di Messina, utilizzando il grande organo “Tamburini”, gentilmente messo a disposizione da Mons. Letterio Gulletta, (ai tempi dello studio responsabile del maestoso strumento sito al Duomo). Obiettivo dei ricercatori, guidati dai proff. Giuseppe Vita (ordinario di Neurologia e Direttore della UOC di Neurologia e Malattie neuromuscolari del Policlinico di Messina) e Luciano Bernardi (Università di Pavia), era quello di comprendere se la musica organistica di impronta religiosa conduca ad una sincronizzazione del sistema cardiovascolare e respiratorio tra gli ascoltatori. Ciò seguendo l’idea che sincronizzando i ritmi presenti nel corpo umano si sincronizzino anche le componenti psicologiche e si creino così le basi per l’empatia. Infatti, la musica – come è noto – ha sempre contribuito alla creazione di legami nella collettività. In particolare, questa possibilità è stata ed è ampiamente utilizzata nell’ambito della liturgia ecclesiastica.
Nel corso di quattro serate, due gruppi – formati da 14 partecipanti – hanno assistito all’esecuzione in diretta di vari brani organistici, eseguiti dal maestro pavese Simone Quaroni. Utilizzando speciali apparecchiature portatili in grado di ottenere segnali cardiorespiratori simultaneamente da tutti i partecipanti e sincronizzando le registrazioni attraverso segnali radio, i ricercatori hanno stabilito che i brani di struttura più semplice ottenevano una maggiore sincronizzazione del battito cardiaco e del respiro tra i vari partecipanti, mentre, all’opposto, i brani di struttura più complessa ottenevano un effetto di perdita del sincronismo. Questo studio ha quindi fornito una nuova spiegazione di come l’ascolto della musica, in un contesto di insieme, possa portare ad una maggiore empatia o coesione interpersonale.
I risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista internazionale Frontiers in Physiology (Bernardi et al.,Increase in Synchronization of Autonomic Rhythms between Individuals When Listening to Music. “Front. Physiol.”, 17 October 2017 https://doi.org/10.3389/fphys.2017.00785)