Dalle prime ore del mattino, il personale della D.I.A. di Messina, supportato dal Centro Operativo di Catania – su disposizione del Tribunale Misure di Prevenzione di Messina e in piena sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal dr. Maurizio DE LUCIA – sta apponendo i sigilli al patrimonio individuato nella disponibilità di Antonino Smiriglia, noto imprenditore di Sant’Agata Militello legato alla famiglia mafiosa di Mistretta, operante nel contesto delle forniture di inerti, e sospettato di contiguità con la criminalità organizzata insistente nella fascia tirrenica della provincia di Messina.
Un milione e mezzo di euro è il valore del patrimonio sequestrato dalla Dia.
Un analogo provvedimento era già stato eseguito, nei confronti dello stesso, l’estate scorsa su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale a firma del direttore della D.I.A.
Smiriglia è accusato di essere legato alla famiglia mafiosa di Mistretta, il cui vertice risiedeva nella figura dell’ormai deceduto Sebastiano Rampulla, rappresentante di Cosa Nostra nella provincia di Messina e del fratello Pietro, condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Caltanissetta con l’accusa di essere l’artificiere della strage di Capaci.
Smiriglia nonostante fosse stato più volte oggetto di indagini giudiziarie, come Omega, Scipione, Dionisio, Autostrada e Montagna, non aveva mai subito alcuna condanna per reati legati alla mafia. Le ultime indagini, però, lo legano alla criminalità organizzata attiva nell’area nebroidea e barcellonese, in particolare alla famiglia di Mistretta. Proprio per tali legami l’imprenditore avrebbe ottenuto commesse pubbliche i cui introiti sarebbero andati a rimpinguare le casse di Cosa Nostra. Smeriglia avrebbe partecipato attivamente a summit mafiosi diventando un importante riferimento per l’attività criminale locale.
Allo stato attuale Smiriglia risulta imputato in procedimenti penali pendenti presso la Procura della Repubblica di Patti, per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale in ordine a contesti societari nella sua disponibilità.
Le indagini eseguite dalla DIA hanno evidenziamo come il 53enne sia riuscito a schermare i suoi interessi imprenditoriali, tramite prestanome, riferibili alla SUD MARMI S.r.l., mediante l’acquisto del pacchetto societario, formalmente non registrato, entrato in suo possesso da oltre tre anni, attraverso la CALCEM S.r.l., già sottoposta a sequestro di prevenzione il 18.07.2017.
Il provvedimento contro Smeriglia ha colpito un’azienda, un fabbricato e 5 terreni ubicati nei comuni di San Marco D’Alunzio e Sant’Agata di Militello per un valore di pari a un milione e mezzo di euro.