Rivendicano il ruolo del Policlinico e della “scuola” neurologica messinese cinque professori che intervengono nel dibattito sull’utilità di una nuova stroke uit. A firmare una lettera aperta alla cittadinanza il Prof. Paolo Girlanda, Ordinario di Neurologia dell’Università di Messina, Direttore UOSD di Neurofisiopatologia e Disordini del Movimento, Policlinico di Messina; Prof. Marcello Longo Ordinario di Neuroradiologia dell’Università di Messina Direttore UOC di Neuroradiologia, Policlinico di Messina Prof.ssa Rosa Musolino Associato di Neurologia dell’Università di Messina Direttore UOSD Stroke Unit, Policlinico di Messina Prof. Antonio Toscano Ordinario di Neurologia dell’Università di Messina Responsabile Programma Malattie Neurologiche Rare, Policlinico di Messina; Prof. Giuseppe Vita Ordinario di Neurologia dell’Università di Messina Direttore UOC di Neurologia e Malattie Neuromuscolari, Policlinico di Messina.
Ecco il testo integrale:
Questa è una lettera aperta volta a chiarire la posizione di chi a Messina si occupa di Neurologia e di Neuroscienze da 40 anni su un tema divenuto di attualità nella nostra città.
Da tempo – troppo – sentiamo parlare con ingiustificata enfasi della nascita a Messina di un “polo di Neuroscienze” come se non esistesse da decenni, nella nostra Università, una scuola di Neurologia che ha raggiunto e consolidato livelli di eccellenza in numerosi settori nel campo dell’assistenza e della ricerca scientifica e che affronta quotidianamente i temi di cui i nostri rappresentanti politici regionali e nazionali disquisiscono. Per parlare di Sanità, è necessario informarsi con attenzione – sin dalla fase di programmazione – su ciò che concretamente già esiste, cercando un confronto con tutte le parti che possono davvero aiutare a trovare le soluzioni più opportune. Soluzioni che realmente migliorino l’offerta assistenziale, senza sprechi né inutili doppioni.
A questo proposito, ad esempio, i rappresentanti dell’IRCCS Neurolesi-Piemonte hanno annunciato la futura apertura di una Stroke Unit. Immediatamente gli uomini della politica hanno sostenuto a gran voce questa iniziativa, ritenendola una grande conquista per la città di Messina. A questo punto, sbalorditi perché certi dell’assoluta inutilità di questo progetto – che è tra l’altro dannoso e comporterà uno spreco di denaro pubblico –, utilizziamo questo strumento per informare la cittadinanza di ciò che è reale: l’apertura di una Stroke Unit al Piemonte è una scelta assurda. E l’opinione di uno di noi è stata riportata sulla stampa già due anni fa.
Nel territorio nazionale la rete Stroke è costituita da centri Hub (centri principali) e centri Spoke (centri periferici). Questi sono regolamentati in modo tale che le unità Spoke siano allocate perifericamente al centro Hub di riferimento, in relazione ai tempi di percorrenza, per coprire in modo uniforme il territorio. Il Decreto Balduzzi infatti prevede la creazione di un centro Hub ogni milione di abitanti e un centro Spoke ogni 250.000 abitanti.
Dal febbraio 2014 – sia per la città di Messina che per la provincia – è attivo un percorso assistenziale di centralizzazione dei pazienti, regolamentato da una procedura inter-aziendale per l’ictus, in cui sono coinvolti il 118, tutte le strutture di Pronto Soccorso della provincia, la Stroke Unit e la Neuroradiologia del Policlinico e che ha permesso di raggiungere obiettivi molto rilevanti. Il centro Hub del Policlinico è operativo in tutte le sue componenti 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana, garantendo il trattamento riperfusivo con trombolisi endovenosa e/o il trattamento endovascolare nel 100% dei casi attesi, di cui il 60% proveniente dalla provincia.
In sostanza, il Centro Hub del Policlinico ha ricevuto e trattato tutti i pazienti della provincia di Messina che necessitavano di trattamenti, come quelli della neuroradiologia interventistica, che solo lì potevano trovare.
Quello che è stato descritto come un successo è l’eventuale apertura di un’altra Stroke Unit, a due chilometri dal Policlinico (questa la distanza tra il Piemonte e l’AOU ! ). Il rischio è quello di rallentare gli interventi necessari sui pazienti che in molti casi si ritroverebbero sul Viale Europa solo per poi spostarsi obbligatoriamente al Policlinico. Ciò comporterebbe gravissimi rischi per la vita del paziente, perché le procedure terapeutiche sono tempo-dipendenti.
Ecco perchè un’altra Stroke Unit in città è assolutamente inutile e rappresenterebbe, se realizzata, solamente un ennesimo spreco di denaro pubblico. In un momento storico in cui in Sanità si tende al “risparmio”, la cosa risulta incomprensibile!
Esprimiamo una motivata preoccupazione per la salute pubblica. Se fosse modificata la consolidata procedura preospedaliera del 118, i pazienti dirottati all’Ospedale Piemonte avrebbero un gravissimo ritardo per le procedure endovascolari, erogate solo presso il centro Hub del Policlinico.
I nostri colleghi anglosassoni amano dire “Time is brain” (Il tempo è cervello). Il tempo può davvero fare la differenza per chi è colpito da ictus. Non sarebbe opportuno fare tesoro di questo ? Prendersi “tempo” e fare scelte più lucide ed utili?