TRUFFA ALLA BNL: CONDANNA PER L’ASSESSORE FABIO D’URSO, DUE ASSOLUZIONI

Due anni di reclusione, con la sospensione della pena, sono stati inflitti a Fabio D’Urso assessore alle Finanze ed al Contenzioso del Comune di Taormina, e Fabio Alibrandi, assoluzione parziale per Pietro Angelo Squadrito, assolto dal reato associativo ma per il quale è stata dichiarata la prescrizione per la truffa, mentre assoluzione piena per Vincenzo Di Benedetto: questa la decisione della Prima sezione del Tribunale.

La vicenda risale a quattro anni fa, quando è stata avviata un’indagine dopo  una denuncia partita dalla sede centrale della Banca Nazionale del Lavoro che riguardava Pietro Squadrito, responsabile dell’agenzia di Taormina, Fabio Alibrandi, responsabile dell’agenzia 1 di Messina e Fabio D’Urso, di quella di Pace del Mela.

Gli investigatori hanno verificato il ruolo che gli imputati avrebbero avuto nelle procedure per la concessione di prestiti bancari a persone che non avevano i requisiti necessari, o che avevano fornito documentazione carente o addirittura falsa.

Squadrito, Alibrandi e D’Urso erano accusati di aver agevolato le pratiche, per fare accreditare sui loro conti correnti personali, importi fra 500 e 600 euro. Inoltre avrebbero stabilito prestiti e fidi, rimasti in maggior parte insoluti, per un milione 842mila 810 euro. Complessivamente avrebbero intascato 6.800 euro.

Vincenzo Di Benedetto, dirigente del settore pubblica amministrazione della Bnl, era invece accusato di aver consentito l’apertura di conti correnti alle società Folgore Pace di Messina e Taormina Celtic Volley, con conseguente esposizione debitoria di 25mila euro per la prima, di 62mila euro per la

seconda:  superando la somma  rispetto al fido accordato. Per ripianare il debito De Benedetto avrebbe ottenuto dalla BNL un contributo di 90mila euro per sponsorizzazione delle due squadre, in cambio di una fattura dello stesso importo, che attestava l’abbinamento del marchio BNL con la squadra di pallavolo femminile per la stagione 2005/2006 nella quale la società non si iscrisse al campionato e fu sciolta. Ma il suo legale, l’avvocato Carmelo Raspaolo ha dimostrato in sede processuale che il suo assistito era solo esecutore di un mandato conferitogli da superiori, pertanto è stato assolto.

n particolare, per quanto concerne, Fabio D’Urso, assessore alle Finanze ed al Contenzioso del Comune di Taormina, erano quattro i capi di imputazione mossi nei suoi confronti: e alla fine per D’Urso sono arrivate tre assoluzioni e una condanna.

Per quanto concerne D’Urso, cognato dell’ex sindaco Buzzanca ecco il quadro della situazione e gli esiti esatti del processo, in una nota che ci è pervenuta dal suo legale, l’avv. Gianluca Gullotta.

“Il Tribunale Collegiale I ° sez. presieduto dalla Dott.ssa Eliana Zumbo, con dispositivo di sentenza emesso venerdì sera – spiega l’avv. Gullota – ha così deciso per il dott. Fabio D’Urso:

Capo A (associazione a delinquere): assoluzione per tutti gli imputati a formula piena “perché il fatto non sussiste”;

Capo B (truffa per €1.800.000,00): assoluzione a formula piena “per non aver commesso il fatto” nei confronti di D’Urso ed Alibrandi e sentenza di prescrizione nei confronti di Squadrito;

Capo C (truffa per €90.000,000): assoluzione per tutti gli imputati a formula piena “perché il fatto non sussiste”;

Capo D (furto per €6.800,00): condanna alla pena di anni 2 di reclusione con la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena a carico di D’Urso ed Alibrandi;

Il collegio di difesa del dott. D’Urso composto dagli avv.ti Antonio Strangi, Gianluca Gullotta e Massimo Mazzullo dopo che leggeranno la motivazione della condanna per il solo capo D che sarà depositata tra 90 giorni redigeranno i motivi di appello al fine di accertare la totale estraneità del dott. D’Urso dai fatti a Lui attribuiti.

Il D’Urso – conclude l’avv. Gullotta – presenterà una denuncia per calunnia nei confronti della BNL per i gravissimi reati di cui è stato ingiustamente incolpato e per cui è stata già accertata la sua totale estraneità”. 

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