Chiesto un milione di euro a Sgarbi per discredito dell’Arma

Con le costituzioni delle parti civili, primi passi , davanti al giudice monocratico di Marsala, Maria Pia Blanda, del processo che, per diffamazione in danno del maresciallo dei carabinieri Giovanni Teri, all’epoca dei fatti (2011/12) comandante della stazione di Salemi, vede imputati l’ex sindaco del centro trapanese Vittorio Sgarbi, di 65 anni, e la sua vice Antonella Favuzza, di 58.
Secondo l’accusa, il noto critico d’arte, quando era sindaco di Salemi, e la Favuzza avrebbero “in più occasioni” rilasciato dichiarazioni “tendenti a gettare discredito sull’operato” dell’allora comandante della locale stazione dei Carabinieri.
Il maresciallo Teri aveva svolto attività di pg nell’ambito dell’indagine che in seguito verrà battezzata “Salus Iniqua” e in altre che poi furono alla base del provvedimento sfociato nello scioglimento del Comune di Salemi per infiltrazioni mafiose.
Il sottufficiale, tramite il suo legale, aveva preannunciato l’intenzione di costituirsi parte civile contro entrambi gli imputati, ai quali chiederà il risarcimento dei danni. Nell’udienza del 6 dicembre verrà ascoltato il maresciallo Teri, che come risarcimento danni ha chiesto un milione di euro a Sgarbi (200 mila euro come “provvisionale”) e 500 mila euro all’ex vice sindaco Favuzza (100 mila come “provvisionale”).
Oltre al sottufficiale, a denunciare Sgarbi e Favuzza, sempre per diffamazione, è stato anche l’ex consigliere comunale Melchiorre Angelo, che era stato eletto in una delle liste a sostegno dell’ex sindaco Sgarbi. Angelo ha chiesto “solo” 100 mila euro.
A rappresentare il sottufficiale è l’avvocato Mariella Martinciglio, mentre legale dell’ex consigliere è Francesco Salvo. Nove sono le frasi contestate all’ex sindaco Sgarbi, solo una invece alla Favuzza. A difendere il critico d’arte è l’avvocato nisseno Giovanni Di Giovanni, che assiste Sgarbi anche nel processo iniziato a Trapani davanti al giudice Messina, che martedì prossimo sarà chiamato a decidere sulla richiesta del difensore di riunire, a Marsala, i due procedimenti.
I fatti contestati a Trapani risalgono al 2013, quando Vittorio Sgarbi, nel corso di una conferenza stampa, dopo essere stato sentito come teste nell’ambito del procedimento di prevenzione a carico dell’ex deputato regionale Pino Giammarinaro, dichiarò: “Mai nessuno delle istituzioni è venuto a dirmi di stare attento a Giammarinaro, neppure il maresciallo dei carabinieri di Salemi”.
Sgarbi è attualmente residente a Calascibetta ed è candidato governatore.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it