Cosa succede al Teatro Vittorio Emanuele? Se anche bastasse dare uno sguardo al sito istituzionale per avere un’idea della stasi di cui in questi mesi estivi nessuno pare più essersi interrogato, ci chiediamo che cosa ne è stato di chi si stracciava le vesti per le sorti della prima istituzione culturale messinese, salvo poi entusiasmarsi per polemiche di ben più basso profilo.
Pare che il cartellone della prossima stagione sia addirittura pronto e nel cassetto di Simona Celi, ma sono notizie che circolano nei salotti dei beninformati, perchè di concreto ci sono solo gli ultimi atti di un Consiglio di Amministrazione che annaspa e si autogiustifica con il ritornello della mancanza di fondi.
Già fuori tempo massimo per iniziare una seria campagna abbonamenti, con i bilanci ancora da approvare e il dubbio che operazioni di facciata come l’Open Theatre, il percorso avviato questa estate che vede il Teatro di Messina aprirsi ai turisti ed ai cittadini, serva solo a distrarre giornalisti e opinione pubblica. Il teatro appare sempre più un contenitore di eventi, più o meno adeguati alla “sacralità” del luogo, non riuscendo ad esprimere una identità culturale cittadina.
Anche il protocollo siglato tra Università, Teatro e Conservatorio è rimasto al palo. Come ci conferma con amarezza Giuseppe Ministeri, presidente dell’Arcangelo Corelli, che preoccupato chiede un “segnale” ai vertici dell’ente.
“Consci dei travagli che ultimamente hanno attanagliato il nostro Teatro, allorquando si delinearono i responsabili fummo ben contenti di incontrarli in Conservatorio, e assieme delineammo progetti e collaborazioni. Con la grande “agevolazione” di avere un nostro docente, ovvero il Prof. Matteo Pappalardo, responsabile della sezione Musica – dichiara Ministeri – Tuttavia, ahimè, sono trascorsi diversi mesi ormai da quell’incontro programmatico, e assieme operativo, poiché sembrava che si dovesse partire da lì a poco.
Poi, in luglio – ricorda il presidente del Corelli – un nuovo “scatto in avanti” con la firma del Protocollo tra noi Conservatorio, Teatro, e Università, lavoro che per mesi abbiamo condotto, con successo per fortuna. Subito dopo la firma indicai il Direttore quale figura operativa da far partecipare ai tavoli di lavoro. Ma non ne abbiamo saputo più niente”.
“Attendiamo con ansia dunque si sblocchi l’impasse a Teatro – conclude Ministeri – perché col Vittorio Emanuele intendiamo avere un rapporto privilegiato, ma siamo bersagliati da continue sollecitazioni provenienti da più parti, e abbiamo esigenza di definire i nostri programmi nonché l’offerta agli studenti per il nuovo Anno Accademico.” (@Pal.Ma)