Due spettacoli teatrali al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro, chiudono la prima parte del programma della quindicesima edizione dell’Horcynus Festival.
Ieri sera in scena “Il rispetto di una puttana”, regia di Giuseppe Provinzano, mentre oggi tocca alla Compagnia Sutta Scupa con “Fiesta”, regia di Giuseppe Massa (27 agosto, ore 21.45).
“MigrAzioni tra terre e mare”, la sezione teatrale dell’Horcynus Festival diretta da Massimo Barilla, dedicata al teatro di innovazione, i cui contenuti sono orientati soprattutto ai temi fondanti dell’area dello Stretto propone, con la collaborazione della Rete Latitudini, la rassegna MigrArti, incentrata sulla questione della migrazione dal Sud del Mediterraneo.
Lo spettacolo “Il rispetto di una puttana”, basata sul testo “La putain respecteuse” di Jean-Paul Sartre, è il risultato del progetto Amunì, dell’associazione palermitana Babel.
Il progetto ha previsto, attraverso un laboratorio multidisciplinare tra arti sceniche e mestieri dello spettacolo dedicato ai migranti, la costituzione di una compagnia multietnica composta da persone provenienti dal Mali, dalla Nigeria, Dal Marocco, dalla Tunisia e dall’Iraq.
“Amunì, che nella lingua siciliana significa “andiamo” – spiega il regista Giuseppe Provinzano – indica, per i migranti di ogni tempo e luogo, il momento in cui si decide di partire e lasciare la propria terra di origine alla ricerca o conquista di un sogno. ‘Amunì” è il comune denominatore di ogni tipologia di migrante, prima che – conclude il regista – questi venga classificato dalle politiche legislative in materia, dalla burocrazia, dai confini, dalle frontiere, dalle barriere culturali”.
“Fiesta”, per la regia di Giuseppe Massa, è uno spettacolo della compagnia Sutta scupa realizzato con un gruppo di ragazzi detenuti nel carcere minorile Malaspina di Palermo nell’ambito del laboratorio “Il palcoscenico della legalità”, a cura dello stesso Massa. “Durante il laboratorio ho provato a trasmettere ai ragazzi detenuti due semplici concetti” spiega Giuseppe Massa. “L’importante non è uscire, l’importante è non rientrare mai più; inoltre – aggiunge il regista – c’è sempre una possibilità di cambiamento, il destino pesa come un macigno sulle nostre vite, ma con la volontà e con l’esercizio del libero arbitrio il destino può essere modificato”.
Entrambe le serate si aprono, alle 21.00, con la proiezione in Sala Consolo di una selezione di corti di Charlie Chaplin.
Nei prossimi giorni sarà comunicato il programma della sessione autunnale dell’Horcynus Festival, che si aprirà con la mostra fotografica “Lo specchio della memoria”, realizzata in collaborazione con l’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij nell’ambito dello speciale focus dedicato al regista russo in questa edizione del Festival. La mostra presenta un confronto tra i ritratti fotografici della famiglia Tarkovskij, scattati negli anni ’30 e le foto di scena del film autobiografico del regista “Lo Specchio”.