di Gianfranco Pensavalli – Avrebbe segnalato due persone per un’assunzione e in cambio si sarebbe attivato per rendere più elastici i requisiti per partecipare ad un bando favorendo delle ditte. Sono di turbativa d’asta e corruzione le accuse rivolte dalla Procura di Messina a Raffaele Cucinotta, dirigente al Comune di Milazzo, coinvolto nell’operazione Beta per fatti del 2014, quando era capo settore all’Urbanistica di Palazzo Zanca. Cucinotta è stato arrestato ieri mattina assieme ad altre 28 persone ( l’ingegner Carlo Borella è sempre irreperibile).
Secondo le accuse contenute nell’ordinanza di 571 pagine a coinvolgere Cucinotta è stato l’imprenditore di Rometta Marea Stefano Barbera, che da tempo è sotto la lente del Ros: è lui che lo mette in contatto con Enzo Romeo, ai vertici di questo sodalizio che farebbe da sponda tra i santapaoliani etnei, quelli di Messina e i Barbarò di Platì Il contatto avviene quando il Comune di Messina predispone il bando per il reperimento di immobili, da adibire ad alloggi popolari, nel 2014.
Il circuito di imprese, dalla XP immobiliare ad altre sigle, sono interessate all’affare e Cucinotta viene contattato per “allentare” i termini del bando e permettendo così al gruppo di Romeo di partecipare. Poi il Comune abbassa l’importo e il gruppo catanese lascia, perde interesse all’affare.
Barbera è già finito in varie inchieste perché considerato braccio operativo del boss di Camaro, Carmelo Ventura. Sarebbe stato lui a permettere il collegamento tra il funzionario, l’imprenditore ed il socio di fatto Biagio Grasso. I due costruttori vogliono partecipare al risanamento di Fondo Fucile insieme ad altre “sigle “collegate, ma non hanno i requisiti. Ci avrebbe pensato Cucinotta a coprire questo “buco”. In cambio, avrebbe segnalato due persone da fare assumere da Grasso e Romeo.
Cucinotta comparirà lunedì prossimo davanti al Gip Mastroeni per l’interrogatorio di garanzia assistito dal difensore, l’avvocato Salvatore Silvestro. (foto OggiMilazzo)