La notizia più attesa è arrivata poche ore fa. “Gemma Amendolia sta meglio e può tornare a Messina, dove verrà trasferita al Centro Neurolesi per iniziare un percorso di riabilitazione favorito dalla vicinanza quotidiana di parenti e amici.
Sabato scorso la ventottenne ha riaperto gli occhi, si è risvegliata dal coma a otto giorni dal terribile incidente durante la Targa Florio nel quale ha perso la vita il padre Mauro Amendolia. Il primo maggio ha pronunciato le prime parole rivolgendosi alla mamma e alla sorella Valentina: “Ciao, cosa mi è successo?”.
I familiari le hanno spiegato che è rimasta ferita in un incidente ma ancora nessuno le ha detto tutta la verità. Nessuno ha pronunciato le parole “rally” e “Targa Florio”, dove ci sono state due vittime: il commissario di gara Giuseppe Laganà, di Lentini, e il papà di Gemma, il pilota messinese Mauro Amendolia. Ma lei questo, ancora, non lo sa. “I medici ci dicono che deve stare serena e deve riposare. Ci facciamo forza”, racconta la sorella Valentina.
La mamma di Gemma, nonostante il dolore per la perdita del marito, uno dei simboli del rally siciliano, ogni giorno è accanto alla figlia.
In questi giorni è stato un continuo viavai di parenti e amici nel reparto dell’ospedale Civico. “La possiamo vedere per pochi minuti, poi con lei resta mia mamma”, racconta Valentina. Gemma ha riconosciuto tutti quelli che si sono avvicinati al suo letto. Ha sorriso e ha stretto le mani. Ma adesso non si deve affaticare. La strada è ancora lunga. E riparte da Messina.
Sui social network è un tam tam di messaggi e pensieri di incoraggiamento per la ragazza. “Forza Gemma, questa è la gara più dura , ma ce la farai”. “Tesoro – scrive Francesca, un’amica – ti aspettiamo a braccia aperte”. E ancora: “Siamo felici che tu abbia aperto gli occhi, ora torna a sorridere. Ti vogliamo bene”.