Maxiblitz anticorruzione delle Fiamme Gialle, perquisizioni anche a Messina

L’inchiesta parte dall’analisi dei flussi finanziari di Mafia Capitale. Una maxi operazione, con una settantina di perquisizioni in abitazioni private e sedi legali di società in varie province — Messina, Catania, Torino, Firenze, Bologna, Ravenna, Milano, Varese e Trento — e negli uffici della Regione Lazio. A lanciarla sono stati ieri mattina i militari del Nucleo tributario della Guardia di finanza. L’attività si inquadra nel settore dei reati tributari, contro il patrimonio e contro la pubblica amministrazione. Una trentina gli indagati.

Tra i perquisiti c’è l’ex capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti Maurizio Venafro, che era già stato inquisito e processato, poi assolto in primo grado, per una vicenda riguardante gli appalti gestiti con alcuni politici e imprenditori coinvolti in Mafia Capitale». Nell’elenco degli indagati figurano anche Giuseppe Cionci, ex coordinatore dei finanziamenti al comitato del presidente del Lazio ai tempi della campagna elettorale, anche lui in qualche modo coinvolto e poi prosciolto perché avrebbe fatto da garante per quell’accordo.

L’indagine, condotta dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, riguarda un caso di presunta corruzione, ma anche alcuni episodi di evasione fiscale che coinvolgono studi professionali in varie città italiane. Al centro c’è sempre una ditta attiva nel settore delle energie rinnovabili. A Venafro in particolare viene contestato di aver ottenuto un incarico dalla società Energie Nuove, di proprietà dell’imprenditore Fabrizio Centofanti, anche lui tra i perquisiti, che in passato ha avuto appalti dalla Regione Lazio, dunque una ricompensa per ipotetici favori ricevuti. «Siamo tranquilli, è tutto documentato. Venafro non aveva ruoli decisionali», commenta l’avvocato Maurizio Frasacco.

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