Il bacio sulle guance è un simbolo della politica: segnala reciproco rispetto delle idee, appartenenza a una casta, rassicurazione al di la di conflittualità d’obbligo. Nel cuffarismo il bacio era anche suggello a una ricerca di consenso, espressione di un populismo fisico, al tempo stesso segnale di condiscendenza. Nel lombardismo invece diventò anaffettivo: riduzione del bacio di vertice a pochi componenti del cerchio magico, disponibilità di tratto ma senza contatto di pelle, un populismo esercitato con autorità, reso semmai consolatorio dall’uso, nella comunicazione interpersonale, di un ostentato dialetto.
Ci sono occasioni in cui il bacio è una sorta di rito, con una competizione a chi lo compie per primo e lo protrae più a lungo. L’on.le Giovanni Ardizzone, oggi Presidente dell’Assemblea regionale, non si è sottratto alla consuetudine tutta siciliana, un minuto dopo la sua elezione. Con voluttà. Assaporando e valutando, calore e intrinsichezza degli abbracci con bacio, di tutti: maggioranza, opposizione, bianchi, franchi tiratori. E grillini, professionisti della rivoluzione, dell’anticonformismo, del bloccainciucio.
Ebbene, tra i primi a essere baciato da Ardizzone è stato l’on.le Cancelleri, il vispo geometra, ora capogruppo del partito di Grillo, epigono dell’Immenso, supporter dall’Assoluto. Sparito il tocco avvolgente di Cuffaro, mandato in soffitta il benevolo sfioramento ammiccante di Lombardo, è rimasto tra Ardizzone e Cancelleri, il bacio asettico, burocratico, disperatamente impiegatizio. (ADELE FORTINO)