Terzultimo appuntamento con la stagione teatrale ai Magazzini del Sale.
Questo fine settimana, eccezionalmente in tre repliche –dato il numero limitato di posti a disposizione-debutta “Il fatto del sogno”, lavoro che conclude la masterclass per allievi attori ed attori professionisti guidata durante tutto l’inverno da Domenico Cucinotta con la collaborazione di Mariapia Rizzo.
Il testo guida dello spettacolo è “Le voci di dentro”, magistrale opera di Edoardo De Filippo.
Lo spettacolo, diretto da Domenico Cucinotta, vede in scena Orazio Berenato, Donatella Del Mastro, Claudia Laganà, Stefania Pecora, Lorenzo Rigano, Fabrizia Salibra, Alessandra Santisi, Chiara Trimarchi, con la partecipazione straordinaria nel ruolo di zi’ Nicola, di Nunzio Croce.
Nunzio è un artista popolare, anima di via del Santo, che ha già collaborato con il Teatro dei Naviganti; la compagnia infatti da diversi anni si prefigge una relazione anche fattiva ed artistica con il territorio su cui opera: da ricordare anche lo spettacolo “In veste di Rosa” interpretato dal messinese Pippo Venuto.
Le repliche saranno venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile alle 20,45 e domenica 2 aprile alle 18,00.
IL FATTO DEL SOGNO da Le voci di dentro di E. De Filippo
“ Le voci di dentro “ è un’opera che Eduardo De Filippo ha scritto nel 1948, cioè poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Non è dunque un dettaglio notare che il testo teatrale racconta di un conflitto tra due famiglie. Conflitto che rischia di degenerare se non ci fosse l’intervento di un elemento inaspettato: l’irrompere della dimensione onirica. Infatti ben presto si scopre che l’accusa di omicidio mossa da una famiglia nei confronti dell’altra è infondata, in quanto “il fatto” è stato sognato, non sussiste.
Le conseguenze non sono più legali ma umane.
Tutto accade una mattina luminosa, precisa De Filippo nella didascalia iniziale, un giorno di normale quotidianità. Ed è giusto al risveglio che i personaggi vengono invasi dal ricordo dei propri sogni che rivelano mistero e mostruosità; appunto quelle voci di dentro che parlano e sconvolgono perchè in grado di mostrare altre facce di noi stessi. In questo caso, l’avidità.
In preda ad essa i personaggi del dramma calpestano il rispetto, la stima reciproca e De Filippo ci mette in guardia dal rischio di perdere queste qualità nei rapporti umani. Sembra invitarci a non essere dei voraci che diventano ciò che consumano o distruggono.
L’autore non dà soluzioni terrene. Anzi, in terra permane il conflitto; è dall’alto che irrompe una luce che illumina sorprendentemente le figure umane che sedute, si danno le spalle. Se sia pietà o la possibilità di guardarsi in faccia, la luce non lo dice.
Come spesso accade nella realtà, anche nell’opera di De Filippo il riso si mescola al dramma. Ed è al sorgere del riso che si rimane sgomenti di fronte allo svelarsi dell’animo che ci riguarda.
Consigliatissima la prenotazione tramite messaggio allo 090 2924580, o via whatsapp al 339 5035152.