Giustizia: una giornata infernale in Corte d’Appello

Giornata infernale quella del 1 marzo in Corte d’Appello con 29 processi da celebrare (presiede Sicuro, a latere Randazzo e Maria Teresa Arena). Colpisce subito che nell’agone giocano fuori casa i notissimi avvocati di Catania, Antonio Fiumefreddo e Giuseppe Lipera. C’è un reato di minacce da giudicare. Il personaggio più noto è il barcellonese Salvatore Ofria, con l’alea del mafioso e quasi capo ” mandamento per via di Gotha-Pozzo Due. Difende l’avvocato Lo Presti.

Eppoi, la diffamazione per gestione dell’ex cinema teatro di Patti con parte lesa Francesco Musarra e imputati Michelangelo Maria Zanghì e il figlio Domenico. Roba ospitata su Fb e con una vignettista assolta in prima battuta. Il processo più vecchio è quello nato nel 2006 e pendente in Appello da 4 anni: lesioni personali di Felice Caliò in danno di Roberto Carrello. Sembra roba di Capo d’Orlando ( avvocati Zingale e Cacciola) . Vecchiotto anche un esercizio arbitrario delle proprie ragioni da parte di Domenico Torre. L’avvocato Alberto Gullino difende un cliente ( Salvatore Salemi) dalle accuse di calunnia e falsa testimonianza e la parte offesa è Francesco Torre.

Non manca neanche stavolta l’usura: alla sbarra il commerciante Antonino Mangano, difeso dall’avvocato Carmelo picciotto e parti offese Teresa Di Marco e Francesco Oriti . Figurarsi la truffa: la vittima è Sebastiano Franchina e l’imputato è Francesco Miroddi. Ah, c’è pure il Consorzio Autostradale che vuol giustizia per una falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale con contorno di errore determinato da altrui inganno. Un momento, l’imputato l’ingegner Antonio Teramo, la vicenda è quella dello svincolo di Boccetta ( collegio Grimaldi- Randazzo-Arena). Ci furono quattro assoluzioni e Teramo fu condannato a un anno. Nel conto anche processi per mancata esecuzioni di sentenza di un giudice e un omicidio colposo con 9 parti offese e Sebastiano Ortisi che prova a limitare i danni ( nella precedente udienza ci fu difetto di notifica). C’è attesa per le sentenze. (@Gianfranco Pensavalli)

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