Sono passati dieci anni da quel terribile incidente che ha segnato la storia della navigazione nello Stretto di Messina. Un impatto tra un mega-portacontainer diretto in Israele comandato da un ucraino, e uno scafo che trasporta i pendolari da Messina a Reggio. Un traghetto impegnato a trasportare i mezzi pesanti dal secondo porto di Messina a Villa San Giovanni. Tre i mezzi che in quel pomeriggio del 15 gennaio del 2007 nelle acque dello Stretto, si sono incrociati. Una responsabilità che secondo la procura che chiuse dopo u anno le indagini, fu da distribuire tra tutti e tre i comandanti.
Oggi una Messa è stata organizzata alla stazione marittima, fortemente voluta dall’assessore Pino, che in quei tragici momenti era presente.
“Il 10° anniversario dell’incidente del Segesta ci riporta a quei tristi momenti del tardo pomeriggio del 15 gennaio 2007, vissuti con la disperata angoscia dei familiari sul molo Colapesce del nostro porto. Sebastiano Mafodda, Marcello Sposito, Palmiro Lauro e Domenico Zona furono strappati alla vita da un feroce destino che li attendeva al calar delle tenebre sulla rotta da Reggio Calabria a Messina.
La memoria impone una riflessione ed un rinnovato impegno, a migliorare le condizioni di sicurezza dei lavoratori che continuano a perdere la vita sui luoghi di lavoro.
La triste vicenda dei tre giovani marittimi deceduti sulla nave Sansovino lo scorso novembre e la morte di ieri a Trapani di un operaio deceduto durante lavori di riparazione a bordo di un aliscafo, impongono a tutti i livelli una seria riflessione e un approfondimento sulla sicurezza sul lavoro.
Cosa non funziona e cosa possiamo e dobbiamo fare, per migliorare la cultura della sicurezza.
Fino a quando la sicurezza sarà considerata come un costo, una voce negativa nel bilancio delle Società le morti bianche, nonostante le belle parole, continueranno a non a diminuire.
Cosa è successo dopo la tragedia del Segesta ?
L’impegno per la memoria delle vittime del Segesta non si è limitato alle cerimonie, oggi possiamo dire che è stato incisivo ed è riuscito a modificare la realtà precedente.
Dopo una prima fase di polemiche, tutti insieme sindacati, armatori, istituzioni si sono confrontati ed interrogati su cosa non aveva funzionato e cosa si poteva fare per evitare il ripetersi di una tragedia simile.
Ebbene i risultati ci sono stati anche se non adeguatamente valorizzati e promossi al di fuori degli addetti ai lavori.
Diversi cambiamenti concretizzatisi nel giro di pochi anni consentono di poter affermare che oggi le condizioni di sicurezza nella navigazione nello Stretto di Messina sono sicuramente migliori rispetto al 2007.
In effetti il lavoro sinergico di tutti gli attori interessati ha prodotto modifiche normative importanti come l’istituzione per legge dell’Autorità Marittima dello Stretto che si è vista attribuire funzioni di controllo antinquinamento, sicurezza della navigazione e salvaguardia della vita umana in mare, su tutta l’area dello Stretto di Messina.
Un ruolo sovraterritoriale che, per esempio, ha permesso di risolvere tempestivamente e positivamente la vicenda dell’incaglio della nave Gustav Maersk Cannitello lo scorso 10 gennaio.
Altro risultato importante è stato il rapido completamento ed implementazione del VTS con l’estensione h24 del servizio ed un netto miglioramento del livello qualitativo.
La nascita a Messina della scuola nazionale per operatori VTS che rappresenta un riferimento anche per operatori stranieri, rivela il concreto interesse maturato dalla Guardia Costiera Italiana verso l’area dello Stretto.
Sono state anche modificate le tabelle di armamento che, a seguito delle varie inchieste, sono state ritenute non congrue rispetto alle normative internazionali.
Istituito infine lo schema di separazione del traffico, secondo le normative IMO, per cui oggi l’intenso traffico navale è adeguatamente regolato e costantemente monitorato dal VTS.
Oggi possiamo dire che l’impegno di tanti e la sinergia fra enti ed istituzioni ha consentito un accertato miglioramento delle condizioni di sicurezza della navigazione ed un rafforzamento della cultura della sicurezza.
Assieme ai Marinai del Segesta saranno ricordati anche i Marinai della Sansovino e l’augurio che possiamo farci, perché il loro sacrificio non sia vano, è che magari seguendo l’esperienza maturata in seguito alla tragedia del Segesta, si affrontino tutte le questioni ancora aperte e si apportino, con coraggio, tutti quei cambiamenti necessari per garantire in futuro migliori condizioni di sicurezza ed evitare che si ripetino incidenti simili”.