Già nel maggio 2015 su questo giornale, pubblicammo un articolo che riassumeva e denunciava l’incredibile posizione del presidente di Confcommercio rispetto al Comune sulla questione del suolo pubblico.
Lui che a Piazza Duomo, ha sfoggiato per anni divanetti simil-pelle (vedi foto) e arredi di dubbio gusto, compreso un megagazebo (rimpicciolitosi dopo la nostra pubblicazione) sulla più bella e importante piazza cittadina.
In questi giorni, però, il Comune ha fatto “ordine” dando un out-out a Carmelo Picciotto, titolare del locale di piazza duomo “Dolce Vita” (oggi “Fellini”), che dovrà pagare, entro 30 giorni dalla data di notifica, ben 56.718 euro.
L’ingiunzione è stata firmata il 7 dicembre scorso, e prevede entro 30 giorni dalla data di notifica il pagamento della somma che racchiude canoni, indennità e sanzioni amministrative, 5,88 euro di spese di notifica e 570,18 euro di interessi legali.
In caso contrario, sarà iscrizione al ruolo.
Il Comune contesta, rispetto alla concessione demaniale rilasciata nel luglio 2010, la «difformità della tipologia di occupazione di suolo pubblico rispetto a quella autorizzata con l’inserimento di una pedana con un gradino ed una rampa e la sostituzione degli ombrelloni con una tenda retrattile e motorizzata», la «maggiore superficie occupata con strutture stabili in assenza di titoli autorizzativi», la mancata ottemperanza allo sgombero ingiunto dalla polizia municipale nel marzo 2014, dopo la revoca della concessione, e ancora l’omesso pagamento dei canoni 2012 e 2013.
Per il 2012 ed il 2013, Picciotto avrebbe versato in totale quasi 8 mila euro di canoni, ma secondo il Comune non è «quanto dovuto», da qui il credito vantato, con tanto di contestazione di “abusivismo” per 17 metri quadri occupati in più rispetto a quanto autorizzato.
Picciotto, sulle pagine di Gazzetta del Sud, si è difeso parlando di “regolamento iniquo” e di canoni troppo esosi. Tanto che la sua pendenza è diventata il vessillo di una battaglia intrapresa da Confcommercio sulle tariffe applicate dal Comune per i nuovi esercizi.
“Lo diciamo da una vita, sono cifre insostenibili – dichiara Picciotto – Ed è un discorso che riguarda anche benzinai, edicolanti, costruttori. Cerchiamo, allora, di ripartire da zero, con accordi transattivi che tengano conto di tariffe nuove e più eque. Il Comune, del resto, si è reso conto della situazione, se è vero che per sei mesi ha ridotto sperimentalmente del 50 per cento le tariffe per i nuovi esercizi. Ma per gli altri? A chi conviene arrivare fino in fondo nei contenziosi già aperti al Tar? Sediamoci – è l’appello di Picciotto – e rivediamo finalmente insieme il regolamento, per rendere competitiva Messina con le altre città. Altrimenti l’imprenditoria è costretta a guardare altrove”.
Competitività di Messina che per il Presidente di Confcommercio non passa dalle isole pedonali, di cui è stato estremo contestatore. Sebbene il suo locale e quello a Cairoli di uno dei suoi uomini più fedeli, siano i primi beneficiari della posizione strategica nelle piazze principali della città pedonalizzate.
“Scegli la legalità e il commercio garantito” è stato uno degli slogan di Confcommercio. Che vuol dire anche sapere di dover pagare per il lusso di una granita o un drink, magari guardando il Campanile del Duomo in movimento. Un do ut des, che alla luce dei fatti contestati a Picciotto, appare sbilanciato. (@Pal.Ma)