E’ stato approvato il Piano per la pesca del pesce spada nel Mediterraneo, che fissa una quota per il 2017 pari a 10.500 tonnellate. Di fatto entrerà in vigore un sistema di quote, diminuendone ogni anno, come avvenuto già per il tonno rosso. La riduzione sarà del 3% dal 2018 al 2022 per ogni anno, per un totale complessivo del 15%.
Lo ha deciso l’assemblea plenaria dell’Iccat, l’organizzazione internazionale per la conservazione dei tunnidi nell’oceano Atlantico e mar Mediterraneo in Portogallo.
Entro febbraio 2017 l’Iccat dovrà stabilire uno schema di ripartizione della quota tra i diversi Paesi dell’Ue.
“Purtroppo è accaduto quello che speravamo non accadesse. Lunedì 21 novembre, in occasione della sua XX assemblea, la “International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas” (ICCAT) ha approvato l’adozione del sistema delle quote anche per la pesca del pesce spada nel Mediterraneo. Ciò malgrado negli ultimi anni siano state adottate misure gestionali importanti per la tutela di questa risorsa, misure che pensavamo sufficienti ad allontanare lo spettro delle quote”.
Nino Accetta, presidente di Federcoopesca Sicilia, affida ad una durissima nota la delusione e lo sconcerto per una decisione che promette di avere effetti devastanti per l’economia di intere comunità rivierasche.
“Avevamo sperato fino all’ultimo – dice il leader della più grande e importante organizzazione di rappresentanza della pesca in Sicilia – in una decisione diversa ma purtroppo dobbiamo fare i conti con la dura realtà. Già a partire dal 2017 e per i prossimi quindici anni i nostri pescatori si ritroveranno ad affrontare lo stesso calvario che tuttora vivono a proposito delle famigerate “quote tonno”.
“E’ un altro durissimo colpo – conclude Accetta – che mette a rischio reddito e occupazione nelle nostre già stremate marinerie e l’ennesima conferma di una politica europea aliena e distante dalle esigenze dei nostri pescatori”.