La decisione relativa alla fattibilità tecnico-finanziaria del ponte sullo Stretto sarà assunta, ha deciso il Governo Monti, all’inizio del 2015. Nella migliore delle ipotesi. Supponiamo che sia positiva. E’ ragionevole pensare che i lavori per l’esecuzione dell’opera inizino, a questo punto, nel 2016. Un tempo probabile per trasformarla in infrastruttura fruibile può essere stimato in 13 anni, il doppio cioè di quanto previsto sulla carta, secondo i parametri che si ricavano dall’analisi dei dati sulla costruzione delle opere pubbliche. Dunque, con un sovrabbondante dose di ottimismo, il ponte diverrebbe realtà nel 2030.
Stiamo parlando, come si intuisce di sogni nel cassetto. La dura realtà si concretizza invece nel fatto che oggi (e per almeno un ventennio) Messina puntando solo e unicamente al ponte, nell’attesa, resterebbe isolata riguardo alle sue relazioni di mobilità. Con un ammontare di mezzi disponibili allo scopo insufficiente rispetto alla domanda di transito e di pendolarismo. Relazioni difficoltose, questo è il punto chiave, qualunque sia il vettore di trasporto prescelto:nave, auto, treno, aereo.
L’isolamento, intendiamoci, può essere anche una scelta che arreca benefici: pensiamo alle possibili rendite che ne ricaverebbero i settori della sanità e del commercio, giusto per un esempio. Ma che ha costi di gran lunga superiori in termini di turismo, attrazione di impresa, formazione di capitale umano, inserimento in reti di conoscenza. Isolamento comunque che annullerebbe l’unica idea di sviluppo finora formulata per Messina. La creazione di un’area vasta dello Stretto.
Né l’isolamento verrebbe superato da nuove infrastrutture stradali interne, le cosiddette opere compensative. Sarebbe un isolamento senza traffico (come avviene nelle sole minori) ma sempre di isolamento si tratterebbe. E’ un insulto alla pazienza e alla ragionevolezza che non si parli di incrementare servizi di attraversamento con investimenti pubblici che, al contrario del ponte, avrebbero un sicuro ritorno in termini economici.
Lo diciamo a vecchie e nuove forze politiche e ad anime movimentiste: rendete agevole partire e arrivare a Messina dal mondo. Se siamo lontani da una condizione esistenziale di felicità urbana quantomeno permetteteci di intravederla in altri luoghi. Chissà mai…(ADELE FORTINO)