Un coro di 175 anime, approdate dopo essere state soccorse in mare da una nave del Moas, la Topaz Responder. Loro ce l’hanno fatta, e cantano perchè sono vivi. Uomini, donne e bambini sopravvissuti al mare dove ieri notte, a causa del maltempo si è consumata l’ennesima tragedia.
Almeno 17 le persone che risultano disperse nel Canale di Sicilia, secondo quanto raccontato da 113 superstiti soccorsi da un unico gommone ed ora a bordo di Phoenix, un’altra nave MOAS gestita in partnership con Croce Rossa Italiana e già approdata nelle scorse settimane a Messina.
Un bambino nigeriano è tra i dispersi accertati. La madre, salva a bordo della Phoenix, lo cerca ancora disperatamente. “Ero sul gommone con mio figlio, piangeva e mi stringeva. Il mare era mosso ed il gommone imbarcava acqua. Ad un certo punto alcune persone hanno cominciato ad agitarsi. Poi sono stata spinta in acqua ed ho perso contatto con mio figlio mentre cercavo di afferrare un giubbotto di salvataggio. Tra qualche giorno avrebbe compiuto tre anni”, ha raccontato la donna Nigeriana, ancora sotto shock, all’equipaggio di Phoenix.
Tra gli altri superstiti, un ragazzo racconta di essersi imbarcato assieme a 5 amici, di cui adesso non sa più nulla; mentre un altro uomo ha raccontato all’equipaggio di aver visto annegare una ragazza di circa 16 anni prima che arrivassero i soccorsi.
L’operazione di salvataggio è partita in seguito ad una segnalazione arrivata alle 19.00 di ieri sera dal Mrcc di Roma. Solo alle 21.20, i droni Schiebel Camcopter S-100 a bordo di Phoenix hanno individuato il gommone in difficoltà e, in collaborazione con le altre ONG di Ricerca e Soccorso presenti nell’area, hanno immediatamente lanciato le operazioni di salvataggio.
Grazie alla cooperazione tra gli equipaggi di Moas, Proactiva Open Arms, Jugend Rettet e Boat Refugee Foundation, le operazioni di soccorso sono state svolte in fretta, e tutte i sopravvissuti trasferiti a bordo di Phoenix. Le operazioni di ricerca dei superstiti sono purtroppo state interrotte dopo circa un’ora causa del persistere del cattivo tempo. Tuttora non è possibile accertare il numero dei dispersi. Il gommone era partito dalle coste attorno a Sabrata alle 14 di ieri pomeriggio. Di conseguenza, nel momento del soccorso le persone a bordo si trovavano in mare già da diverse ore.
Molti dei sopravvissuti a bordo di Phoenix presentano varie ustioni su diverse parti del corpo, causate dallo sfregamento dei corpi bagnati dall’acqua salata con i vestiti impregnati dal carburante fuoriuscito dal motore. In particolare le donne, che a differenza degli uomini non hanno potuto sfilarsi i vestiti pieni di carburante per pudore, presentano ustioni su varie parti del corpo. Una donna di loro ha ustioni di primo grado sul 36% del corpo. La necessità di evacuarla in fretta è attualmente impedita dalle condizioni meteorologiche avverse.