La storia la fa tutta il titolo: visto quant’è d’effetto il nostro? Ma poi ti fermi e leggi tra le parole (ultimamente, non di rado cariche di turpiloquio, a dire il vero) che il sindaco pronuncia alla trasmissione La Zanzara di Radio 24.
E mentre ascolti ti rendi conto che il suo ragionamento è quello di una qualunque persona di buonsenso.
Via le prostitute dalle strade: mettiamo un punto a quella stupidata della Merlin e riapriamo le cosiddette case di tolleranza.
I bordelli, sì, quelli dove donne censite e iscritte ad albi professionali, operano la professione più vecchia del mondo, pagando tasse e sottoponendosi a controlli obbligatori periodici. Ci sono esempi a iosa nel mondo che danno ragione a questa proposta, argomentandone con i fatti la bontà: a partire dall’Olanda che ha fatto scuola in Europa.
E proprio nel paese di Vermeer, dove le offerte sessuali sono una professione riconosciuta, questa fanno pil e di certo non è un male. In Italia, le attività illecite producono quasi 60 miliardi di entrate secondo dati ufficiali. Una cifra esagerata che potrebbe essere certamente meglio spesa se venisse introitata dalle casse pubbliche anziché da quelle mafiose. Basta con il buonismo da salotto e si inizi una seria lotta allo sfruttamento di schiave del sesso sbattute sulla strada nonché un’intelligente politica finalizzata a riduzione di consumi di sostanze stupefacenti e una seria lotta alla criminalità che su questi ambiti lucra in maniera incredibile.
E stessa battaglia, contro lo stesso uomo nero, va fatta contro chi fa dello spaccio di droga uno dei principali introiti nel fatturato della malavita di tutto il mondo. Ci ha pensato una persona forse più saggia e certamente più famosa di Accorinti a dire che la legalizzazione delle droghe è il miglior modo affinché lo Stato possa controllare i consumi ed eventualmente intervenire sugli abusi e le dipendenze.
Josè Mujica, in Uruguay ha fatto questo ragionamento e, sinceramente, non fa una piega! Insomma, al di là di simpatie, antipatie, sproloqui, posizioni più o meno condivisibili del primo cittadino messinese, c’è da dire che a sto giro ha detto una grande verità, così intelligente da essere quasi ovvia. D’altra parte, noi giornalisti, un titolo sensazionalistico sappiamo come crearlo e, se vogliamo far apparire male un’uscita evidentemente giusta -a meno che tu non sia un narcotrafficante o un conservatore con cintura di castità al seguito, difficile la pensi diversamente- sappiamo che quattro parole di fila in apertura ad un pezzo possono fare la differenza nell’approccio che il lettore avrà con la notizia. Dal canto mio, mi scuserete, ho bluffato un po’ stavolta e, al contrario delle aspettative, a quel titolo corrisponde solo un sentito e convinto applauso rivolto a chi ha solo espresso una posizione difficilmente non condivisibile. (@Eleonora Urzì Mondo)
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