La Guardia di Finanza di Taormina ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare, due in Sicilia e due in Lombardia, a Brescia, sequestrando un patrimonio di oltre due milioni di euro, nel corso di una operazione antiriciclaggio denominata «Bella vita».
In carcere sono finiti Antonino Nicita, 65 anni imprenditore del settore turistico di Taormina, Rocco Frisone, 72 anni, di Letojanni, Angelo Mulè, 62 anni imprenditore di origini siciliane e ai domiciliari Patrizia Tretti. Questi ultimi entrambi residenti a Brescia.
Le Fiamme Gialle hanno sequestrato partecipazioni societarie riconducibili agli indagati, tra cui il 10% del capitale sociale, quota che corrisponde ad un milione di euro, di un conosciuto albergo a cinque stelle del centro di Taormina, il 51% del capitale sociale di un noto ristorante, nonché quattro immobili, tra cui un villino, tutti a Taormina, denaro, conti correnti bancari, polizze assicurative e altri strumenti finanziari, per una somma complessiva di due milioni di euro.
Frisone e Nicita insieme a Tretti avrebbero riciclato i soldi di Mulè che hanno conosciuto a Taormina. Quest’ultimo è stato denunciato in passato per reati tributari, per aver costituito società fittizie al fine di eludere le imposte, nonché per bancarotta fraudolenta ed è stato destinatario per questo reato anche di un mandato di cattura internazionale eseguito in Svizzera.