Già nel 2014 i Radicali di Messina, nel corso di un convegno a Palazzo Zanca, chiedevano al Sindaco di istituire la figura del garante dei detenuti, depositando un’istanza rimasta lettera morta. Almeno fino a ieri, quando, finalmente, in Consiglio è stato approvata la proposta di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo (che nel carcere di Gazzi era stato con la delegazione radicale) e che approdata in aula dopo le dimissioni dei proponenti è stata fatta propria da Daniela Faranda ed Elvira Amata e sottoscritta anche da altri consiglieri.
“Un passo avanti su una battaglia di civiltà e ringrazio i nostri ex colleghi per aver depositato questa proposta – ha dichiarato la Faranda – Sono convinta che la reclusione o qualunque forma di misura restrittiva della libertà, debba avere anche un valore educativo e riabilitativo, dunque, questa importante figura, istituita dalla legge, ha una valenza sociale importantissima. Conosciamo tutti la grave situazioni delle carceri italiane sovraffollate, condizione che crea problemi non solo ai reclusi ma anche alle guardie carcerarie, ma non soltanto, anche i centri di raccolta o di custodia che a vario titolo hanno svolgono questo delicato compito, avranno un valido supporto dal Garante che sarà il tramite tra le amministrazioni pubbliche e le persone.”
Un passo importante, nel giorno in cui proprio al carcere di Rebibbia si svolge il 40esimo congresso di Radicali Italiani, e che vede intervenire anche diversi detenuti, in particolare i condannati all’ergastolo ostativo.
Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale è un organo di garanzia, indipendente, non giurisdizionale che ha la funzione di vigilare su tutte le forme di privazione della libertà, dagli istituti di pena, alla custodia nei luoghi di polizia, alla permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione, alle residenze di esecuzione delle misure di sicurezza psichiatriche (Rems), ai trattamenti sanitari obbligatori.
L’auspicio adesso è che la figura del garante delle persone private della libertà venga al più presto istituita da tutti i comuni siciliani, sede di istituti di pena così come auspicato già nel 2010 nella “RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ SVOLTA DAL GARANTE PER LA TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEI DETENUTI E PER IL LORO REINSERIMENTO SOCIALE” della Regione Sicilia, così da creare una rete utile tra i garanti che favorisca la collaborazione tra l’ amministrazione pubblica e le persone sottoposte a misure restrittive di qualunque genere, anche nell’interesse degli operatori dei penitenziari, spesso sottoposti ad un insostenibile stress emotivo.