Quando Oscar Wilde -buonanima- scrisse “L’Importanza di chiamarsi Ernesto” (“The importance of being Earnest”) usò per l’appunto il nome Earnest per via dell’assonanza con la parola honest. Allo stesso modo, ci sono in politica delle assonanze palesi e che la storia non dimentica, come ad esempio quella di “Movimento 5 Stelle” con “dichiarazione di dissesto finanziario del comune di Messina”. Sì, stilisticamente forse non noterete la somiglianza dei suoni, ma nei contenuti è esattamente questo l’accostamento da fare. Non fosse altro che per “l’importanza di dire ve l’avevamo detto“.
Facciamo un passo indietro perché mica Eller scopre l’acqua calda nel dire che l’Ente è più di là che di qua. Prima di lui ci aveva pensato il commissario Croce e, in campagna elettorale, proprio i pentastellati la cui ascesa al potere fu condizionata da due immensi e critici fattori: la discesa in campo di un outsider che risponde al nome di Renato Accorinti e che appariva più 5Stelle dei 5Stelle, e certamente la scelta di un’aspirante sindaca tutt’altro che spendibile (con tutto il rispetto).
Insomma oggi il mostro del default torna a capeggiare sui tetti di Palazzo Zanca oscurando tutte le buone proposte e i principi di salvifica attività che questa amministrazione aveva paventato sin dalla prima ora.
Nel frattempo ci sono stati una serie di eventi, dal cambio di assessore al ramo finanziario -con declassamento di Signorino- , al famoso “pelo nell’uovo” del dimissionario membro dei revisori Dario Zaccone, nonché la valanga di polemiche sui vari bilanci in attesa di vedere la luce nonostante proclami e promesse.
Il titolare del ramo economico, nei giorni addietro, non ha mancato di dare le sue arzigogolate spiegazioni su come funzioni un pareggio di bilancio e come Messina faccia storia a sé non essendo sufficiente che entrate e uscite coincidano. Siamo pieni zeppi di debiti, questa è la faccenda e, a meno che non si riesca davvero a spalmarli nei prossimi 30 anni -traduzione: per almeno altri 3 decenni la città sarà sempre alla canna del gas-, l’epilogo alternativo è dietro l’angolo. E dietro quell’angolo ci sta da tempo ormai: è solo questione di guardare in faccia la realtà. Una cosa che il Movimento 5 Stelle messinese aveva annunciato già per bocca della Saija -Saia, Saja, Sajia- nel 2013 e che ha continuato a ripetere in questo lasso di tempo, fino ad oggi, quando le bacheche dei supporter del movimento, si sono riempite di commenti che fanno rima proprio con “ve l’avevamo detto” di cui sopra. E non ha tardato ad arrivare anche un comunicato ufficiale de I Grilli dello Stretto: “Il dato è tratto e, tre anni dopo l’insediamento dell’amministrazione Accorinti, tra le stanze di Palazzo Zanca riecheggia una verità che nel corso delle ultime amministrative il Movimento Cinque Stelle non ha mai nascosto: il dissesto del Comune di Messina è un dato di fatto.
Una situazione economico finanziaria drammatica e misure adottate dal piano di riequilibrio insufficienti, palesano una situazione debitoria che oscilla da 50 a 100 milioni di euro. Ha parlato finalmente chiaro l’assessore al Bilancio, Luca Eller, per la prima volta dopo l’ultima rassicurante dichiarazione pubblica sullo stato di salute delle finanze del Comune di Messina”, si legge nel comunicato.
“Parole che per la prima volta svelano una realtà che in tanti, ancora oggi, preferiscono sconoscere: “La procedura di dissesto è stata dipinta da più parti a tinte fosche, come se si trattasse del peggiore dei mali per una città, come se questa rappresentasse la fine di tutto. Nel corso di questi tre anni l’azione politica, amministrativa e di governo di questa giunta ha preferito dissimulare, affannandosi a rendere prima appetibili e poi digeribili gli effetti salvifici di un piano di riequilibrio, panacea di ogni male”.
Una scelta forzata non è esente da conseguenze, con un aumento sostanziale degli interessi sui pesanti debiti dell ‘ente: “Applicare l’aliquota massima sulla tassazione comunale adesso, così come questa amministrazione ha scelto di fare, è una scelta irresponsabile – spiegano i Grilli dello Stretto – perché significa prolungare l’agonia di un malato terminale. Nessuno nega che anche in caso di dissesto queste avrebbero toccato comunque i massimi livelli, ma se la dichiarazione di dissesto fosse arrivata immediatamente dopo l’insediamento di questa giunta, come noi auspicavamo oggi la città sarebbe nelle condizioni di poter raccogliere i primi effetti positivi di quella scelta. Il dissesto non apre la strada a una cattiva amministrazione, gli esempi dei Comuni di Bagheria e di Augusta, entrambi governati dal Movimento Cinque Stelle, sono lì a dimostrarlo.
Un ‘analisi politica, marcata su fatti e circostanze ormai inopinabili -si legge nel documento dei Grilli dello Stretto -che pone nero su bianco e in maniera trasversale, le responsabilità della vecchia e della nuova classe politica: mentre coloro che c’erano prima hanno prodotto milioni di debiti – accusano gli attivisti – quelli che ci sono adesso, i politici dal basso, hanno disatteso ogni promessa di partecipazione e cambiamento. Assenza di un progetto per la città e di una visione politica d’insieme hanno reso Messina vittima di logiche parolaie che tentano, malamente, di nascondere le responsabilità di una politica senza contenuto e incapace di risanare i conti del Comune.
Una parola impronunciabile, quella del dissesto finanziario, che non spaventa gli attivisti pentastellati”.
E se sono stati trattati dapprima come gli scemi (e catastrofisti) del villaggio oggi tocca dargli atto che...l’avevano detto!