Lo spunto è una “polemica” nata sulle pagine di fb. Sul social network, bisogna dirlo, il dibattito politico è sempre più interessante che nella “realtà”, quella soprattutto in bianco e nero dei vecchi organi di informazione. Gli “ultimi arrivati” sulla scena politica, infatti, se davanti alla telecamera non si lasciano andare a commenti diretti, dietro ad una tastiera si scatenano. E’ il caso di RESET, che non esita a definire “CLONE DEL PDL” il movimento politico “PATTO GENERAZIONALE” che in queste settimane si è affacciato alla vita politica cittadina, presentandosi come un movimento di giovanissimi, per lo più ventenni.
Ma certo ridurre la “freschezza” ad un fatto anagrafico non gioverebbe a trattare con serietà un argomento importante per il futuro di Messina: la necessità di un ricambio della classe dirigente.
Possibile passare dal dialogo? Noi questo dialogo lo apriamo, ospitando una lettera firmata da un giovane ventunenne messinese, in risposta a quelli che lui stesso definisce “amici di Reset”, o perlomeno a chi gestisce la pagina ufficiale del movimento su fb (il sito, infatti, è ancora “in costruzione”).
…………………………………………………………………………………………
Cari amici di Reset,
sono Nicola Cassata, ho 21 anni e vi scrivo perché, come portavoce del movimento politico ‘’Patto Generazionale’’, non posso che stigmatizzare il metodo infelice con cui la vostra organizzazione ha deciso di bollare la nostra iniziativa.
Il 6 ottobre abbiamo presentato la nostra idea di città, attraverso 17 interventi tematici di ragazzi come me, tra i 18 e i 24 anni, alla prima esperienza politica, e il contributo di qualche trentenne. Precisiamo che la maggior parte dei relatori non ha mai avuto una tessera di partito (c’erano qualche ragazzo del Pd, Pdl ed ex Fli). Riteniamo che l’appartenenza a qualsiasi partito o a diverse culture politiche da parte di singoli elementi non deve comunque essere considerato come un elemento critico, poiché non necessariamente va a ledere la credibilità e la compattezza di un gruppo di persone che, in questo caso, ha stipulato un patto su una certa idea di città, di intendere il senso civico e sulla volontà di dare voce ad una generazione dimenticata, in questo momento, da gran parte delle forze politiche e sociali.
Anzi, se a vent’anni vogliamo rappresentare davvero qualcosa di nuovo, dobbiamo rompere i recinti e considerare la sintesi di varie esperienze umane e associative un valore. Perché crediamo nel confronto e che questa città abbia un dannato bisogno di confrontarsi sui suoi problemi, di mettere in rete le energie migliori, considerando una ricchezza la diversità di culture politiche che s’incontrano nella consapevolezza della possibilità di cambiare le cose con i propri mezzi.
Non siamo quindi, come insinuato pubblicamente, su una vostra pagina ufficiale a firma “Reset Messina”, un “clone del Pdl”, ma un movimento trasversale e generazionale, che ha scelto di mettersi in gioco con i ‘miseri’, ma sufficienti, mezzi su cui un giovane può contare, il cui senso di responsabilità non è e non sarà mai contaminato dalla cattiva politica che negli ultimi anni ha pervaso le nostre istituzioni.
In sintesi, la crisi oggi è della buona politica e non è il partito o la fazione l’elemento critico, ma i valori e le capacità che ciascuno rappresenta ed esprime all’interno del gruppo e nella società. Non aspiriamo ad essere gli unici depositari della verità, della purezza incontaminata, lo lasciamo ad altri, ma siamo consapevoli di non essere, in alcun modo, responsabili del malgoverno della città. Non ci interessa polemizzare con i tanti ‘nuovi’ o ‘vecchi’ politicanti che vivono abbarbicati alle povere casse dei nostri enti locali, anzi, sentiamo il dovere di essere realmente aperti e inclusivi, di dover comunque provare ad essere esempio e contaminare le altre forze politiche e la società civile nel nostro unico obiettivo, risvegliare un po’ d’amore per Messina.
Dunque, cari amici di Reset, avremmo preferito confrontarci con voi su altri argomenti, ben più seri e costruttivi, e mi permetto di dirvi, per la vostra credibilità agli occhi di ragazzi come noi, che sarebbe meglio riflettere bene prima di emettere ingenerose sentenze contro chiunque, e di prendervela, invece, con chi ha delle reali responsabilità sui problemi di Messina.
Anche perché i tempi ci dicono che forse sarebbe meglio fare FATTI e non PAROLE, se pensate davvero che qualcosa è cambiato.
Buon lavoro! (Nicola Cassata)