Assolo di Tom Dumoulin nella nona tappa del Tour de France 2016. Il corridore della Giant – Alpecin realizza un piccolo capolavoro lungo la salita finale verso Andorra – Arcalis, ottenendo un prestigiosissimo successo solitario nella frazione più impegnativa sui Pirenei, dopo essere stato in fuga per tutto il giorno. Al secondo posto, con un ritardo di 42 secondi, conclude Alberto Rui Costa (Lampre – Merida), bravo nel precedere in una volata a due Rafal Majka (Tinkoff). Avanscoperta anche per Diego Rosa (Astana), il quale centra un buon ottavo posto. Gli uomini di classifica concludono con 6’35” di ritardo ed è un sorprendente Adam Yates (Orica GreenEDGE) a transitare per primo, con il medesimo tempo di Chris Froome (Team Sky) e Nairo Quintana (Movistar), il quale non ha concesso neanche un metro al kenyano bianco, autore di diversi scatti. Bene anche Richie Porte (BMC) e Daniel Martin (Etixx – QuickStep), presenti nel gruppo dei migliori, mentre soffre più del previsto Fabio Aru(Astana) che lascia un minuto. Grande assente nel finale Alberto Contador (Tinkoff), ritiratosi a 100 chilometri dall’arrivo dopo essere stato colpito dalla febbre.
Tappa durissima e partenza in salita con il Port de la Bonaigua da affrontare subito dopo il chilometro 0. La bagarre non tarda ad accendersi e subito si sgancia un nutrito gruppo, forte di una quarantina di corridori, senza atleti di classifica. Il Team Sky sembra in grado di tenere sotto controllo la situazione, ma la musica cambia quando, a metà della lunga ascesa, va all’attacco Alberto Contador (Tinkoff), con il compagno Robert Kiserlovski,Alejandro Valverde (Movistar) e Sergio Luis Henao (Team Sky). Il quartetto riesce ad accodarsi al gruppo dei battistrada e subito Winner Anacona eJesus Herrada, in avanscoperta, si mettono a scandire il passo. Un ritmo che, a sorpresa, fa male a Contador il quale è costretto a staccarsi e a farsi riprendere dal gruppo, nel quale non è più presente Pierre Rolland (Cannondale – Drapac), in difficoltà dopo la caduta di ieri.
Dopo una serie di scatti e controscatti, si arriva in prossimità del GPM con un drappello composto da Winner Anacona, Jesus Herrada, Alejandro Valverde (Movistar), Diego Rosa e Luis Leon Sanchez (Astana), Rafal Majka e Peter Sagan (Tinkoff), George Bennett (Lotto NL – Jumbo), Matthias Frank, Jerome Coppel e Stef Clement (IAM Cycling), Natnael Berhane (Dimension Data), Tom Dumoulin (Giant – Alpecin), Thibaut Pinot (FDJ), Alberto Rui Costa e Tsgabu Grmay (Lampre – Merida), Tony Gallopin e Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Daniel Navarro e Nicolas Edet (Cofidis) eAlexis Vuilermoz (AG2R La Mondiale). È la fuga buona, sebbene il plotone non sia così ben disposto nei loro confronti.
In discesa il margine raggiunge i due minuti, ma ben presto tende a diminuire. La presenza di Alejandro Valverde, in classifica, rappresenta un limite importante per la riuscita di questa fuga. Il murciano, alla fine, decide di rialzarsi rendendosi conto che il lavoro della Sky gli avrebbe impedito di prendere il largo. Cosa che, alla fine, riesce ai 21 battistrada visto che improvvisamente il gruppo rallenta. Il Port de Canto, seconda difficoltà di giornata, viene affrontato a ritmi blandi tanto che anche i velocisti riescono a tenere le ruote dei migliori. Il vantaggio degli attaccanti inevitabilmente cresce, superando i sei minuti e tutti hanno la possibilità di tirare il fiato. L’unico in grande difficoltà è Contador: il madrileno nella notte è stato colpito da un attacco febbrile e, dopo aver cercato di stringere i denti, decide di lasciare la corsa.
Superata il secondo GPM, vinto da De Gendt, la corsa fa rotta verso il Principato di Andorra con il gruppo che si disinteressa dei fuggitivi, il cui vantaggio raggiunge i 10’30”. Le cose iniziano a cambiare dopo il traguardo volante di La Viella, vinto da Sagan, con la scalata della breve, ma ripida, Côte de la Comella. Qui l’accordo tra gli attaccanti salta e sono Tsgabu Grmay e Jerome Coppel ad andare all’attacco, percorrendo l’intera ascesa leggermente avvantaggiati. In prossimità dello scollinamento, tuttavia, vengono raggiunti e in contropiede scatta De Gendt che sfida la sorte allungando a più di 40 chilometri dalla conclusione. Tutto questo avviene mentre in gruppo Mikel Landa (Team Sky) alza leggermente il ritmo, creando una prima selezione. Si tratta di un passo sostenuto, ma non impossibile, dinanzi al quale sembra faticare Warren Barguil (Giant – Alpecin), che scollina piuttosto affannato. Il bretone farà da elastico per tutta la tappa, ma riuscirà a limitare i danni nell’ordine del minuto.
La penultima asperità di giornata, il Col de Beixalis, presenta pendenze davvero impegnative che si rivelano eccessive per De Gendt, il quale paga lo sforzo e deve arrendersi alla rimonta di Bennett, Pinot, Dumoulin, Navarro, Rosa, Anacona, Majka, Rui Costa, Herrada e Frank. Sono loro i più forti nel gruppetto dei battistrada e nessuno riuscirà a riportarsi su di loro. Fino alla cima della salita, gli attaccanti procedono di comune accordo, ma nell’avvicinamento all’erta finale iniziano gli scatti e i controscatti. Ci provano più o meno tutti, ma l’azione risolutiva la trova Dumoulin a 12 chilometri dall’arrivo. In un tratto di falsopiano il neerlandese riesce ad acquisire un buon margine, mentre dietro in molti cercano di nascondersi, anche a causa di forze ridotte al lumicino. Il più lesto a capire la situazione è Alberto Rui Costa, ma quando il gap ha raggiunto dimensioni importanti. Il portoghese viene raggiunto da Majka con il quale percorre l’intera salita, ma ormai Dumoulin è imprendibile. Nonostante la grandine nel finale, il passista olandese non si scompone, prosegue nella sua azione centrando un successo importantissimo.
Alle spalle dei battistrada, esplode la bagarre anche tra gli uomini di classifica. In realtà sul Beixalis non succede praticamente nulla, con uno splendido Landa che controlla, mentre sulle prime rampe dell’Arcalis sono Wouter Poels e Mikel Nieve ad imporre un passo sostenuto che mette subito in difficoltà l’acciaccato Pierre Rolland. Tutto questo mentre inizia a piovere sulla corsa e a smuovere in tutti i sensi le acque è Sergio Luis Henao (Team Sky), lanciato in avanscoperta dal capitano Chris Froome. Sul colombiano va a chiudere Richie Porte (BMC), il quale si porta dietro un attendo Daniel Martin (Etixx – QuickStep), oltre a Nairo Quintana (Movistar) e Froome. Questi poco dopo tenta un’accelerazione delle sue, ma il colombiano non gli concede un centimetro, seguendo con apparente facilità il cambio di ritmo. Cambio di ritmo che costa caro a Fabio Aru (Astana), pescato in una giornata difficile. Il sardo cerca di limitare i danni, supportato da un ottimo Vincenzo Nibali, ma davanti la velocità non cala con Porte e Martin che provano a fare la differenza. Sono scatti secchi, ma timidi e favoriscono il rientro di Joaquim Rodriguez (Katusha), Bauke Mollema (Trek – Segafredo), Alejandro Valverde (Movistar), Adam Yates (Orica GreenEDGE), Louis Meintjes (Lampre – Merida), Tejay Van Garderen (BMC) e Romain Bardet (Ag2r La Mondiale). Anche Henao, apparso per qualche istante in leggera difficoltà, cerca di seguire questi atleti, tuttavia nessuno sembra avere la volontà di prendere in mano la situazione e così proseguono gli scattini di Porte, Martin, con l’aggiunta di Mollema, prontamente rintuzzati da Froome, sulla cui ruota è appostato Quintana. Uno scenario destinato a rimanere tale fino alla fine, ma negli ultimi due chilometri l’irlandese Martin decide di cambiare strategia, imponendo un passo elevato, ma regolare. Sulla sua ruota, oltre ai due principali pretendenti alla vittoria finale, restano solamente Porte ed il sorprendente Yates, con gli altri uomini di classifica costretti a limitare i danni. Questi cinque arrivano tutti assieme, dando l’impressione di avere, al momento, qualcosa in più in salita.