“Ci sentiamo violentati. Oggi era previsto un convegno internazionale sui nostri alberi secolari. Lo apriremo con le lacrime agli occhi. Molti sono bruciati. Gli scoiattoli hanno invaso l’autostrada per poter scappare e sono morti. Le bestie sono loro. La nostra risposta sarà fortissima”. Queste le parole di Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi che, oggi, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dalla quale emerge l’intenzione dell’Ente di costituirsi parte civile nei processi ai piromani. Dalla prima ora, Antoci aveva affermato di non credere all’ipotesi dell’autocombustione e, da subito, aveva puntato il dito anche contro la cosiddetta mafia dei pascoli. Individuare i responsabili non è cosa semplice “usano metodi efferati”, spiega il vertice del Parco dei Nebrodi, riferendosi all’antico e abietto uso di ricorrere ai poveri animali innocenti.
“Danno fuoco ai gatti che correndo incendiano tutti i cespugli che toccano”, ha illustrato Antoci, raccontando una realtà che anche solo per sentito dire è nota ai più ma, purtroppo, non si tratta di leggenda metropolitana ma di cruda e spietata realtà.
Intanto la Sicilia conta le sue vittime: ettari di boschi arsi nelle ultime bollenti ore, feriti, ricoverati, gente colpita fisicamente o anche solo nell’animo pervaso dal terrore che nasce da fiamme talvolta arrivate quasi dentro casa.