La Procura di Messina ipotizza a carico di Paolo Siracusano il concorso in associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
Altro che matassa, è più un filo di Arianna che collega gli uni agli altri, questioni e circostanze, persone e rapporti.
Nelle oltre trecento pagine di intercettazioni ve ne sono anche alcune che interessano l’imprenditore messinese Paolo Siracusano, che era già stato sentito dal gip ma che, ieri, in presenza del suo legale, è tornato al cospetto del pm Liliana Todaro e Maria Pellegrino. Un interrogatorio durante il quale l’uomo ha risposto ad ogni domanda postagli e ha argomentato la propria posizione con documentazioni attestanti le modalità lecite e pubbliche con le quali ha sostenuto Rosario Crocetta alle ultime elezioni regionali.
Ma proprio tra quei fogli si constata l’esistenza di rapporti tra lui e Giunti e Pernicone che, durante il periodo elettorale si dedicavano alla distribuzione di “regalie” alimentari acquistate dallo stesso Siracusano, come avrebbe confermato il titolare di un supermarket della zona sud. La Procura sta valutando il ruolo dell’uomo nell’intreccio della matassa.