Un’inchiesta sui clan camorristici di Secondigliano proietta sospetti su partite truccate del campionato di serie B. Dieci arresti sono stati eseguiti su richiesta del pool anticamorra di Napoli coordinato dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, uno dei magistrati che ha condotto l’inchiesta di Calciopoli. I fatti si riferiscono al campionato di serie B 2013-2014. Un calciatore di serie A, Armando Izzo del Genoa è indagato. L’ex Igea Virtus Francesco Millesi è, invece, ai domiciliari.
Le indagini ipotizzano contatti fra il capoclan della Vinella Grassi Umberto Accurso, arrestato 11 maggio scorso dopo tre anni di latitanza, diretti ad alterare il risultato delle gare. L’inchiesta è condotta dal pm Maurizio De Marco con i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale.
In particolare, le indagini, seguite anche dal PM della Direzione nazionale antimafia Maria Vittoria De Simone, hanno fatto venire alla luce la capacità di influenzare alcune partite del campionato di serie B giocate in Campania nel maggio del 2014: attraverso un contatto, Izzo, non raggiunto da misura cautelare ma indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, il capoclan Accurso e la sua organizzazione avrebbero attratto nell’orbita criminale altri soggetti, che avrebbero messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori di una squadra di serie B. Almeno due partite disputate nel maggio 2014 sarebbero state truccate: Modena-Avellino e Avellino – Reggina.
Per Modena Avellino, disputata il 17 maggio 2014, il boss Accurso avrebbe promesso prima 200 mila euro, offrendone poi 150 mila e infine consegnato 30 mila a un intermediario, l’ex calciatore Luca Pini, che li avrebbe a sua volta dati al calciatore oggi all’Acireale ed ex Igea ( 2000-03) Francesco Millesi. La somma sarebbe stata utilizzata per corrompere altri calciatori e influire sul risultato finale della gara. In questa vicenda sono indagati di frode sportiva Millesi e il calciatore Maurizio Peccarisi.
Per Avellino Reggina del 25 maggio 2014, nel capo di imputazione è citato anche Izzo. Su questa partita, il clan aveva scommesso 400 mila euro sulla vittoria dell’Avellino, guadagnandone 110 mila. A Millesi sarebbero stati consegnati attraverso Pini 50 mila euro destinati a corrompere non meglio identificati calciatori della Reggina. Pini e Millesi sono indagati di concorso esterno in associazione camorristica: nei loro confronti la Procura ha disposto gli arresti domiciliari. (@Gianfranco Pensavalli)