Manca ormai pochissimo all’inizio degli Europei, in programma in Francia dal 10 giugno al 10 luglio prossimi, eppure in questi giorni l’attenzione è soprattutto focalizzata sul dopo Conte. Il motivo? In questa Italia pochi credono, sulla carta è la rappresentativa meno forte dell’epoca recente e il tasso tecnico complessivo è ulteriormente diminuito a causa degli infortuni che costringeranno Verratti e Marchisio a guardare Euro 2016 dal divano. La speranza è che il valore aggiunto della rappresentativa azzurra, pronta a valicare la Alpi, sia proprio il commissario tecnico con la valigia, che al termine della kermesse continentale leverà le tende per insediarsi al Chelsea.
Ad ogni modo, non sembrano esserci più dubbi sul successore di don Antonio: con ogni probabilità sarà Giampiero Ventura a raccogliere il suo testimone, al netto di un annuncio che non dovrebbe tardare ad arrivare. Corsi e ricorsi storici, lo stesso copione andò in scena nel 2009, con l’esperto tecnico genovese – oggi 68 enne – a rilevare il più giovane collega sulla panchina del Bari. Ebbene, nella Nazionale che verrà dovrebbe esserci nuovamente uno sprazzo di giallorosso. Ai tempi di Prandelli il preparatore dei portieri era Vincenzo Di Palma, il numero uno della storica promozione in Serie B del Messina di Scoglio nel 1986. Stavolta in seno allo staff tecnico si accinge a materializzarsi la sagoma di Salvatore ‘Sasà’ Sullo, vessillo FC, in generale uno degli ultimi simboli del calcio peloritano. Nei sei anni di militanza in riva allo Stretto, l’ex centrocampista dallo sconfinato aplomb, trait d’union delle gestioni Aliotta-Franza, si è legato in modo simbiotico alla città, non a caso gli venne conferita la cittadinanza onoraria, al di là del ritiro della “sua” casacca numero 41. Il primo tassello fu indubbiamente rappresentato dal rigore della libidine campanilistica. Quel penalty che il 17 giugno del 2001 spalancò le porte della cadetteria alla splendida banda di Carletto Florimbi, sulla pelle degli acerrimi rivali del Catania. Un momento rimasto scolpito nella mente di qualsiasi innamorato della messinesità. Poi vennero gli anni della B, il ritorno nell’Olimpo datato 2004, il magnifico 7° posto alla prima stagione in Serie A – non certo gustato appieno, per via dell’angoscia determinata dalla malattia – prima del nuovo tracollo della compagine giallorossa. Sullo è entrato nel cuore della gente per il suo modo di essere: mai sopra le righe, dentro e fuori dal campo. Un leone di poche parole, attaccato alla maglia come pochi e caparbio anche nel vincere la battaglia più importante, quella per la vita, con tutto l’ambiente a supportarlo. Dopo aver salutato Messina nel gennaio del 2007, Sasà ha girovagato per poco più di un biennio tra Avellino, Martina e Turris prima di appendere le scarpette al chiodo nel 2009. Qualche mese dopo era già in panchina, nelle nuove vesti di mister, a fungere da secondo proprio a Giampiero Ventura, un rapporto sbocciato proprio a Messina nel 2006. Due anni a Bari, cinque a Torino e adesso la grande avventura in Nazionale. I bene informati sostengono che l’ufficialità della nomina del nuovo ct stia slittando proprio per limare i dettagli relativi allo staff. La Federazione spingerebbe per Cannavaro vice, sponsorizzato da Marcello Lippi, direttore tecnico in pectore che porterebbe Fabio con sé anche dal ferramenta (chissà poi perché, considerato che nelle prime due esperienze, Guangzhou e Al-Nassr, il Pallone d’Oro del 2006 non ha certo incantato). Mentre Ventura, comprensibilmente, al suo fianco vorrebbe il fidatissimo Sullo. Vedremo come andrà a finire, ma in qualche modo una soluzione verrà trovata. Sasà a sfondo azzurro, per una volta Messina e Italia non saranno poi così lontane.
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