La settimana a Palazzo Zanca, dopo gli scossoni dell’ultimo arresto che per qualche ora ha tenuto col fiato sospeso più di un consigliere comunale (vista la clamorosa fuga di notizie che ha anticipato il blitz), si apre con un altro “cambio di casacca” dopo quello annunciato da Elvira Amata, passata a Fratelli d’Italia.
Si tratta di Santi Daniele Zuccarello (già coinvolto nello scandalo Gettonopoli), che eletto nel Pdè poi passato a Grande Sud e oggi è pronto a fare politica attraverso il movimento da lui fondato, Missione Messina, che a molti è apparso un format televisivo (memorabile il servizio sul turismo croceristico) e che invece sarà il nuovo strumento di rilancio.
La strategia politica di Zuccarello potremmo sintentizzarla (grossolanamente) nel “mettere le mani avanti”, visto il riferimento al timore di un certo “isolamento” in consiglio comunale, tanto da farlo sentire una “pecora nera”.
“Lascio il Grande Sud e aderisco al Gruppo misto – ha dichiarato in una lunga nota Zuccarello – Da tempo meditavo questa scelta che sicuramente è la più difficile, ma è quella più in linea con la mia coscienza e con la mia idea di politica. In questi mesi non ho sentito parlare di politica, non c’è una struttura, un’organizzazione, non si è visto un progetto, un’assemblea, uno stare insieme che avesse come fondamento l’idea di portare avanti proposte per i messinesi.
Non è questo il mio modo d’intendere la politica e soprattutto il ruolo di consigliere comunale. Non mi ritrovo in quella che è diventata una somma numerica priva di contenuti programmatici. Non c’è un vertice di partito, un coordinatore, ma soprattutto a mancare sono le idee.
Sono sempre stato fuori dagli schemi, anche nei primi due anni del mandato e nel marzo del 2015 ho fondato un mio movimento, Missione Messina. E’ da lì che voglio continuare e ricominciare il mio percorso da consigliere comunale, pur sapendo che camminare da solo mi costerà molto. Sono consapevole che questa mia autonomia, questo non riconoscermi in queste forze politiche avrà un prezzo in termini di isolamento e la mia strada in politica potrebbe concludersi presto. Ma è un prezzo che sono pronto a pagare, non farò mai della politica una professione, voglio restare libero. Scelgo la strada più difficile, non mi trincero dietro una maggioranza di numeri, non voglio abdicare a quei principi che in questi anni mi hanno portato ogni giorno a svolgere il mio ruolo con passione e spirito di servizio.
Ricomincio dal movimento che ho fondato e voluto. C’è una città che sta morendo e non voglio nascondermi dietro tatticismi e stratagemmi per vedermi assicurato un futuro in politica. Voglio assolvere il mio ruolo adesso e dare risposte a chi mi ha eletto credendo in me ed anche a chi pur non avendomi votato, ha avuto fiducia nelle mie battaglie. E’ solo a loro che devo rispondere e a nessun altro.
Se anche una sola delle battaglie che ho portato avanti finora al Comune, per i commercianti che chiudono le attività, per canoni Cosap più adeguati, per la Galleria Vittorio Emanuele, per il risanamento, per liberare la città dai tir, per gli anziani ospiti di Casa Serena, per i servizi sociali, per l’Atm, per Messinambiente, avrà un piccolo risultato vorrà dire che ho fatto la minima parte del mio dovere. Non importa quando finirà il mio mandato, m’importa di riempirlo di contenuti e di non essere un soldatino che preme il bottone senza sapere quello che vota. Pagherò anche queste mie parole con l’isolamento in Consiglio comunale, ma ci sono già passato nei primi due anni. Mi considerano un ribelle, una pecora nera perché penso con la mia testa. Continuerò ad essere me stesso”. (@Pal.Ma)