“Un documento di programmazione che sembra invece più un nuovo programma elettorale e che arriva dopo la metà del mandato”, questa secondo Reset, l’interpretazione del “Patto per lo Sviluppo” presentato alla cittadinanza, le associazioni locali e i portatori di interesse, dall’ex vicesindaco Guido Signorino.
Un modo per “distrarre la città dal disastro amministrativo”, secondo Alessandro Tinaglia, leader del movimento, che scrive:
“Innanzitutto il documento dimostra come non esista una “visione” della città ma solo un’accozzaglia, spesso contraddittoria, di iniziative ereditate dalle amministrazioni precedenti che si prova a far passare per proprie. Manca però una delle opere più importanti: il Ponte! Quello di cui è orfana la proposta di Signorino è una cornice chiara (Visione Strategica) all’interno della quale tutti gli interventi dovrebbero trovare la loro logica e coerente collocazione.
Insomma prima dovrebbe essere chiaro cosa fare della Città in modo tale da verificare quali delle iniziative in atto o in procinto di essere avviate siano davvero utili al raggiungimento dell’obiettivo strategico di sviluppo economico, sociale e culturale prefissato”. Necessaria una visione condivisa senza la quale si metteranno in cantiere iniziative slegate tra loro, scriteriate e niente affatto funzionali all’obiettivo di rilancio.
“Per tale ragione è assurdo trovare tra gli argomenti da discutere “Città Meteopolitana e Pianificazione Strategica” che invece dovrebbero essere il primo passo da cui far discendere i successivi. Tra l’altro parlare di Città Metropolitana guardando solo all’interno del territorio Messinese senza porsi l’obiettivo di individuare il peso di “Messina Città Metropolitana” all’interno di una Logica di sviluppo regionale e nazionale ci pare miope”, prosegue Tinaglia .
“Il tema delle infrastrutture (Ponte sullo Stretto, Portualità, Aereoporti ed Alta Capacità su tutte) è la base di qualunque ragionamento e scenario di sviluppo serio e possibile.
Non comprendere questo significa perpetrare e continuare un ragionamento inutile che crede, ad esempio, che il turismo si faccia con il Crocerismo (che è certamente un’opportunità) quando chiunque si occupi di turismo sa che turista è per definizione chi pernotta almeno una notte in una località. Quindi oltre che ai servizi bisognerebbe pensare a misure strutturali vitali per l’economia come’ per l’appunto, le infrastrutture, la ricettività (albergo diffuso) e la proposta culturale (musei) e commerciale (centri commerciali naturali). Quanto esposto da Signorino purtroppo mischia scenari incompatibili come il recupero del waterfront e le infrastrutture per le merci (pensiamo all’attuale ed assurda previsione del PIAU ed alla inadeguata “Piattaforma Logistica”) che così come sono previste creeranno una ulteriore cesura tra l’affaccio a mare e la città, altro che riqualificazione!”
Bisogna dunque, in primis, valutare quale sia la vocazione da fare incarnare alla città di Messina e da lì partire con un serio e ragionato (oltre che condiviso) piano concreto che tenga conto delle risorse, delle possibilità e degli strumenti disponibili e quelli necessari al bene di Messina.
“Un network tra Università ed i tre Cnr che darebbe alla città una caratterizzazione unica attraverso le eccellenze che già esistono e che andrebbero valorizzate e utilizzate come grimaldello dello sviluppo”, conclude la nota di Reset che chiosa su un progetto del gruppo cittadino promosso da tempo dai suoi membri, il “Me-Lab” . “Era, nel 2013, e resta per noi la più grande opportunità di sviluppo per la nostra città poiché capace di declinare tale unicità nei vari settori dell’innovazione (dal turismo, all’agricoltura, alla produzione di energie rinnovabili fino al commercio elettronico). In quella Visione si individua una vocazione che vede nella “green economy” la logica collocazione di una città baciata dal Padreterno per la sua posizione geografica ed il clima e per la sua gloriosa storia millenaria che rappresenta un altro pezzo importante da valorizzare e tramutare in opportunità di sviluppo.
Ci fermiamo qui intanto ma è forse utile ribadire che il nostro lavoro, frutto del contributo di centinaia di cittadini e tecnici Messinesi (pensate neanche un toscano ed il tutto gratuitamente!) è patrimonio della Città e dunque a disposizione dei Messinesi.”