MUOStro di Niscemi: perizia lo ‘assolve’, attivisti “Test inattendibile”

081103-N-9698C-001 WAHIAWA, Hawaii (Nov. 3, 2008) The Mobile User Objective System (MUOS) located at Naval Computer and Telecommunications Area Master Station Pacific, Wahiawa, Hawaii. is a next-generation narrowband tactical satellite communications system intended to significantly improve ground communications for U.S. forces. (U.S. Navy photo by Mass Communication Specialist 2nd Class John W. Ciccarelli Jr./Released)

I campi elettromagnetici prodotti dal Muos, l’impianto di comunicazioni satellitare militare Usa, nella riserva della Sughereta di Niscemi (Caltanissetta), rientrerebbero nei limiti previsti dalla legge. E’ quanto emerge dal supplemento di verifiche richiesto dal Cga che, nella scorse settimane, aveva ordinato al comitato di esperti nuove accertamenti sugli effetti provocati dalle emissioni dell’impianto sull’uomo ma, stavolta, chiedendo “che le misurazioni venissero fatte sul campo”.

La relazione e’ stata depositata dai tecnici che avevano tempo fino al 24 marzo per verificare e trasmettere gli esiti delle nuove rilevazioni perche’ la prossima seduta del Consiglio di giustizia amministrativo si terra’ il 14 aprile.

“Le nuove misurazioni effettuate danno ragione ai calcoli teorici a cui erano giunti gli esperti della prima commissione -ha detto l’avvocato Sebastiano Papandrea che assieme a Paola Ottaviano e Nicola Giudice rappresenta il comitato No Muos- ma anche stavolta rimangono tanti interrogativi irrisolti”.

I verificatori, infatti, non comandano l’impianto, manovrato in remoto, e anche sui valori non c’e’ certezza: “Continuano ad effettuare misurazioni sulla potenza massima dichiarata dalla Marina militare, 200 watt mentre, secondo il progetto originale, sarebbe 1600. E poi anche le rilevazioni sono state fatte un po’ ‘a casaccio’, collocando le centraline in vari punti senza che cio’ corrispondesse a un preciso programma”.

Ma e’ sulle violazioni urbanistiche che i legali ripongono tutte le speranze: “Il Cga finora non ci ha mai spiegato come sia stato possibile realizzare l’impianto in un’area protetta, la Sughereta. La metodologia usata, i risultati ottenuti e, non ultima, la sua composizione, non fanno che confermare la carenza di fiducia nei confronti del collegio di tecnici. Ad ogni modo, il 14 presenteremo una memoria difensiva ribadendo tutte le eccezioni sollevate, in particolar modo quella relativa alla violazione delle norme urbanistiche”. (AGI)

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