Il segretario cittadino del Pd, Giuseppe Grioli, risponde al giovane Ciraolo, che si è fatto portavoce di un dibattito politico molto vivace tra le basi delle due principali forze di sinistra, divise tra Crocetta e Fava, entrambi esponenti di quel volto onesto della politica che in questi decenni si è fatta portavoce di istanze antimafia, ma che è comunque percepito dai comuni cittadini-elettori come parte di quella casta chiusa nella logica di alleanze che ne sminuisce il valore politico.
I giovani ne discutono, il dibattito è aperto.
Questa la nota di Grioli che pubblichiamo integralmente, come contributo ad un sano confronto.
“La lettera di Giuseppe Ciraolo, dirigente dei Giovani del PD, apparsa su numerosi blog e social network mi stimola qualche riflessione.
Parto dalla chiusura della lettera per poi giungere ai contenuti per certi aspetti condivisibili nel merito. Nelle parole di un giovane dirigente del PD che fa appello a Claudio Fava “vai Claudio fammi riassaporare il piacere di fare politica col cuore, i siciliani onesti sono tutti con te” c’è tutto l’affidamento delle proprie speranze, dei propri sogni ad un uomo, ad un leader. E’ proprio questo a mio avviso il problema del nostro tempo. Alla democrazia delle idee abbiamo sostituito la democrazia del carisma, dei leader.
Come ha scritto Umberto Galimberti “nella democrazia delle idee esse si condividono o si contestano, nella democrazia dei leader essi si amano o si odiano”.
E’ l’atto di affidamento che mi interroga, manifesta la crisi dei partiti, l’ incapacità di mediazione che un tempo i partiti svolgevano tra la società e gli eletti. In Sicilia il centrosinistra ha perso l’occasione per presentarsi unito ad una competizione fondamentale per le sorti della nostra regione.
I partiti hanno inseguito auto candidature. Il PD ha deciso di sostenere Crocetta dopo che si è auto candidato anche se con un sostegno proveniente dal basso, SEL e IDV sostengono Fava anch’egli autocandidato o meglio proposto da un gruppo di intellettuali.
Ciascuno individualmente si fa interprete del cambiamento e nessuno ha pensato che, forse, il confronto faticoso tendente alla composizione delle diversità ci avrebbe portato a costruire una coalizione del cambiamento sicuramente vincente.
Al PD viene contestato l’accordo con l’UDC e la partecipazione al governo Lombardo.
Sulla prima contestazione è il caso di ricordare che il centrosinistra siciliano nel 2006 con Rita Borsellino candidata alla presidenza non è riuscito a vincere contro il centrodestra pertanto l’allargamento della coalizione verso un’ UDC che si è messa in discussione e si è rinnovata appare una scelta ragionevole.
Sulla partecipazione del PD al governo Lombardo, personalmente l’ho vista sempre con grande preoccupazione, ha determinato la scomposizione definitiva del centrodestra siciliano, quel centrodestra che aveva costruito un blocco di potere solido e infrangibile che determinava un assetto politico elettorale bloccato.
Contesto anch’io al mio partito l’esperienza del Governo Lombardo così come si è consumata: doveva essere un governo tecnico di transizione che andava sottoposto a verifica costante per misurare l’efficacia delle riforme che venivano annunciate all’esordio del nuovo governo ed invece il PD si è trascinato in un’esperienza che non ha dato segni netti di cambiamento e che ha logorato la base del partito. Ciò non toglie che la scomposizione del centrodestra è oggi un fatto oggettivo che il PD ha contribuito a realizzare.
Io ho la responsabilità di coordinare il PD nella città di Messina e sogno una politica che ritorni agli argomenti, allo studio della società, dei suoi problemi, delle sue contraddizioni, delle sue disuguaglianze, della vita delle persone.
Voglio una politica che cerchi soluzioni ai problemi economici, che riporti le nostre città ad assicurare servizi ai cittadini, a garantire loro una buona qualità di vita. Voglio un centrosinistra che assuma responsabilmente la guida del Paese e dei nostri Enti Locali. Vedo intorno a noi troppa propaganda, troppa narrazione e poche idee innovative che servano ad affrontare i gravissimi problemi che viviamo quotidianamente. Dobbiamo superare il personalismo, il leaderismo che è la negazione della politica come servizio per il bene comune.
Io sosterrò Crocetta convintamente ma con il rammarico di vivere un momento storico cruciale in cui il centrosinistra non è unito ed i conflitti tra forze della stessa area politica sembrano mossi dalla irrazionale ricerca di consensi per la singola formazione politica”.