L’Associazione Codici e Obiettivo Legalità si sono costituite parti civile nel processo Gotha V che si celebra davanti al Gup di Messina Eugenio Fiorentino. Un procedimento che ha portato alla sbarra i vertici e le nuove leve della mafia barcellonese che si sono macchiati dei reati di estorsione. Il quinto capitolo della maxi inchiesta della Dda di Messina, infatti, ha portato alla luce una serie di attività estorsive ai danni di diversi esercenti e commercianti in diversi comuni messinesi. Il Giudice ha ritenuto assolutamente fondate le argomentazioni difensive delle Associazione CODICI e Obiettivo Legalità, rappresentate dall’Avvocato Melita Cafarelli e dall’Avvocato Manfredi Zammataro (del foro di Catania), rispettivamente segretario della delegazione di Messina e segretario regionale di CODICI Onlus. Insieme alle due associazioni hanno chiesto di costituirsi parte civile le vittime di estorsione, il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto e di Terme Vigliatore oltre ad altre numerose associazioni.
“Bisogna avere il coraggio di denunciare ogni forma di estorsione – afferma l’avvocato Melita Cafarelli – e far valere i propri diritti come persona in quanto tale, come recita la nostra Costituzione. Provo grande ammirazione per tutti i commercianti ed imprenditori che hanno trovato il coraggio di sporgere querela ed hanno collaborato fattivamente con gli inquirenti. Un plauso va alla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, alla Magistratura e a tutte le Forze dell’Ordine, che ogni giorno mettono la loro professionalità a servizio del cittadino per garantire protezione e tutela”.
“Apprendiamo con soddisfazione – commenta l’avvocato Manfredi Zammataro, segretario regionale di Codici – la decisione del Gup del Tribunale di Messina Fiorentino di ammettere come parte civile la nostra associazione dei consumatori insieme all’associazione Obiettivo Legalità. Per l’ennesima volta Codici insieme ad Obiettivo Legalità – aggiunge Zammataro – si sono dimostrate essere in prima fila nella difesa delle vittime e contro ogni mafia”.
Il procedimento vede imputati Alessio Alesci, Salvatore Artino, Santino Benvenga, Antonino Biondo, Angelo Bucolo, Tindaro Calabrese, Salvatore Calcò Labbruzzo, Antonino Calderone, Giuseppe Cammisa, Agostino Campisi, Salvatore Campisi, Marco Chiofalo, Salvatore Chiofalo, Carmelo Crisafulli, Bartolo D’Amico, Miloud Essaoula, Giovanni Fiore, Antonino Genovese, Santo Gullo, Filippo Munafò, Franco Munafò, Giuseppe Ofria, Mario Pantè, Giovanni Pino, Giuseppe Reale, Orazio Salvo, Nunziato Siracusa, Sebastiano Torre e Maurizio Trifirò.