Dalle prime ore dell’alba, oltre 250 finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo oltre 50 perquisizioni e dando esecuzione a 19 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti e funzionari di ANAS SPA, di imprenditori titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche e di un avvocato.
Il provvedimento cautelare è stato emesso sulla scorta degli elementi di colpevolezza, acquisiti nel corso delle investigazioni esperite dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma.
Sequestrate disponibilità finanziarie per circa 800.000 euro. Nell’operazione della Gdf, denominata “Dama nera 2”, è coinvolto anche un deputato dell’attuale legislatura Marco Martinelli, attuale parlamentare di Forza Italia. Romano di 53 anni, a Martinelli, in base a quanto si apprende, è stato notificato oggi dalla Guardia di finanza un avviso di garanzia.
Agli arresti domiciliari anche l’imprenditore Giuseppe Ricciardello, padre del sindaco di Brolo e suocero del deputato regionale Nino Germanà.
L’operazione rappresenta la seconda tranche dell’inchiesta scattata a ottobre dell’anno scorso sulle mazzette pagate dagli imprenditori destinatari degli appalti ai funzionari dell’Anas. Tra questi Antonella Accroglianò, la dirigente soprannominata “dama nera”. Ed è proprio sulla base delle sue ammissioni e dei successivi riscontri e verifiche effettuati dagli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, che sono scattati i provvedimenti di oggi.
Le investigazioni hanno consentito di accertare, tra l’altro, come siano stati falsati importanti appalti pubblici: dall’itinerario basentano (compreso il raccordo autostradale Sicignano- Potenza) alla SS 117 Centrale Sicula – quest’ultima cofinanziata dalla Regione Sicilia – entrambi aggiudicati nel 2014, alla SS 96 Barese e alla SS 268 del Vesuvio, arterie stradali aggiudicate nel 2012, arrivando sino a turbare la gara per la realizzazione della nuova sede ANAS di Campobasso, opera aggiudicata nel 2011.
In tale articolato illecito contesto, secondo ipotesi investigativa, il politico indagato, in virtù del ruolo istituzionale ricoperto, ha garantito al titolare di un’importante impresa la nomina di un presidente di gara “non ostile”, tant’è che – effettivamente – l’imprenditore si aggiudicava l’importante appalto in Sicilia.
Analogo ruolo di intermediazione è stato contestato ad un legale romano, oggi tratto in arresto, quale intermediario, per conto di un’azienda romana, nella corresponsione alla “dama nera” ACCROGLIANO’ di una tangente pari a euro 10.000 a fronte della facilitazione nell’erogazione di pagamenti, nonché per lo sblocco di contenziosi in essere con l’ANAS SPA.
Emblematica la sintesi del G.I.P. che nel suo provvedimento scrive : “un marciume diffuso all’interno di uno degli enti pubblici più in vista nel settore economico degli appalti”, reso ancora più “sconvolgente” dalla facilità di intervento del sodalizio per eliminare una penale, aumentare interessi e facilitare il pagamento di riserve, nonché, ancora più grave, far vincere un appalto ad una società “amica”, a discapito di altre risultate più meritevoli.
Sulla scorta dei consistenti elementi probatori raccolti, in data odierna, gli specialisti del G.I.C.O. hanno dato esecuzione ai seguenti provvedimenti emessi dal Tribunale e dalla Procura della Repubblica di Roma ed eseguiti daagli uomini del Comando Provinciale Guardia di Finanza Roma. Ordinanza di custodia cautelare personale – in carcere ed agli arresti domiciliari, è stata emessa nei confronti di:
1. Antonella ACCROGLIANÒ – cl. 1961 – domiciliare;
2. Concetto Albino BOSCO LO GIUDICE – cl. 1963 – domiciliare;
3. Emiliano CERASI – cl. 1967 – domiciliare;
4. Giuseppe COLAFELICE – cl. 1958 – domiciliare – attualmente all’estero;
5. Francesco Domenico COSTANZO – cl. 1962 – domiciliare;
6. Oreste DE GROSSI – cl. 1956 – carcere;
7. Antonino FERRANTE – cl. 1961 – domiciliare;
8. Sergio Serafino LAGROTTERIA – cl. 1967 – carcere;
9. Vincenzo LOCONTE – cl. 1956 – domiciliare;
10. Carmelo MISSERI – cl. 1956 – domiciliare;
11. Andrea MUSENGA– cl. 1953 – domiciliare;
12. Elisabetta PARISE – cl. 1972 – domiciliare;
13. Giovanni PARLATO – cl. 1967 – carcere;
14. Giuseppe RICCIARDELLO – cl. 1947 – domiciliare;
15. Vito ROSSI – cl. 1950 – domiciliare;
16. Giovanni SPINOSA– cl. 1957 – domiciliare;
17. Paolo TARDITI – cl. 1957 – domiciliare;
18. Antonio VALENTE – cl. 1961 – domiciliare;
19. Sergio VITTADELLO – cl. 1937 – domiciliare,
per i reati di corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri
d’ufficio [artt. 110, 318 e 319 c.p.], turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.),
autoriciclaggio (art. 648-ter, comma 1, c.p.), favoreggiamento personale (art. 378 c.p.) e
truffa (artt. 640 – comma 2 – punto 1) e 61 nn. 7-9 c.p.).
Il sequestro per equivalente delle somme corruttive, allo stato accertate, è di circa 800.000 euro. Oltre 50 le perquisizioni effettuate in Lazio, Sicilia, Calabria, Puglia, Lombardia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Veneto, Molise e Campania: passate al setaccio anche le sedi ANAS di Roma, Milano e Cosenza.
Nel corso delle operazioni odierne sono stati sottoposti a sequestro ulteriori 225.000 euro in contanti.