Un luogo di passaggio e di memoria: il molo “Marconi”, approdo delle navi che trasportano i profughi salvati nelle acque del Canale di Sicilia, sarà intitolato ad Omayma Benghaloum, mediatrice culturale tunisina vittima di femminicidio nel settembre del 2015.
L’Autorità Portuale di Messina ha avviato le procedure per intitolare ad Omayma, la cui morte ha segnato la cittadinanza, l’attuale banchina dove la giovane tunisina ha trascorso le sue ultime ore di vita prestando la sua opera di mediatrice culturale per l’ufficio immigrazione della Questura.
“L’Ente – si legge in una nota – esprimendo la piena condanna di ogni forma di violenza, in generale, e contro le donne in particolare, vuole così ricordare questa esemplare figura di donna e mamma, che con impegno e abnegazione e nonostante le enormi difficoltà era riuscita a realizzarsi lavorativamente per assicurare soprattutto alle sue quattro bambine un futuro più sereno e ricco di opportunità. Una donna immigrata che con il suo lavoro di mediatrice culturale ed interprete rappresentava il perfetto anello di congiunzione fra il mondo dei migranti e le opportunità che l’Europa può e deve dar loro”.
Il significato che l’Autorità Portuale di Messina vuole dare a questa intitolazione è che la banchina dove Omayma ha lavorato fino all’ultimo, a servizio delle Istituzioni italiane, deve diventare non soltanto simbolo di denuncia contro il femminicidio, ma un approdo di speranza per l’inizio di una nuova vita per le centinaia di migliaia di migranti che continuano a sbarcare nel nostro porto.
E’ stato pertanto richiesto a Prefettura e Comune di Messina di far conoscere all’Ente quali siano le procedure per il cambio della denominazione della banchina.