Nessuno sgombero coatto ma una sistemazione temporanea all’Hotel Paradise per le 21 famiglie che avevano occupato la ex scuola Ugo Foscolo e la ex caserma San Leone. L’amministrazione comunale, già a partire dalla serata di ieri, ha messo a disposizione l’Hotel della riviera nord per 15 giorni, impegnandosi, verbalmente, con le famiglie per trovare una soluzione all’emergenza abitativa.
70 in tutto le persone su cui incombeva lo sgombero disposto dalla Magistratura, molti i minori, intere famiglie che, in concerto con l’Assessore Pino, l’assistente sociale Clelia Marano e l’Unione Inquilini, vogliono intraprendere un percorso nuovo e a tratti innovativo per risolvere un’emergenza, quella abitativa, che non può essere più lasciata al caso e alla burocrazia fine a se stessa.
“L’accordo che abbiamo con l’assessore Pino e l’amministrazione Comunale – dichiara Clelia Marano – è quello che loro verranno trasferiti in una struttura pubblica o comunale per iniziare percorsi di autorecupero e di autocostruzione, perchè noi registriamo il dato della requisizione però sappiamo benissimo che queste famiglie non possono e non vogliono rimanere in un albergo, soprattutto se pensiamo a quante strutture abbandonate sono presenti in città, strutture – continua la sindacalista – che potrebbero essere affidate ai cittadini che autonomamente possono sistemarle e quindi viverci, vista la mancanza di case.”
In attesa quindi del dissequestro della ex Foscolo e del San Leone, l’attenzione è rivolta ai circa 141 alloggi demaniali individuati come soluzione all’emergenza abitativa. Una tregua in realtà, per studiare soluzioni che in altre città della penisola hanno già dato degli ottimi risultati, come a Roma, predisporre dei veri progetti sperimentali che potrebbero alleggerire il carico delle responsabilità in mano al comune. Recuperare delle strutture abbandonate potrebbe infatti risolvere ben più di un problema, non soltanto quello abitativo ma anche ecologico, permettendo alle famiglie bisognose di un alloggio di crearsi una vita sistemando queste strutture con i propri mezzi, sulla falsariga di quanto già accaduto alla Foscolo e al San Leone.
Una soluzione auspicata anche dalle famiglie coinvolte in questa vicenda, soprattutto da chi non è inserito in una graduatoria per ottenere la famosa “casa” :
“Nessuno ci darà una casa, non viviamo nel mondo dei sogni – le parole di Giancarlo Campanella occupante della Foscolo – vogliamo però evitare una guerra tra poveri. La lotta l’abbiamo cominciata per risolvere l’emergenza abitativa a Messina, non vogliamo scavalcare nessuno in graduatoria, non siamo gente privilegiata perché abbiamo occupato un posto che era in disuso da due anni. Abbiamo investito i nostri soldi, quelli rimasti, e il nostro sudore per fare in modo che i nostri figli abbiano un tetto sopra la testa. La lotta – continua Campanella – la stiamo facendo ora noi perché noi siamo in queste condizioni ma la vera vittoria sarebbe rientrare alla Foscolo e creare un precedente aiutando quindi indirettamente altre persone che sono nelle nostre condizioni”.
Il motivo è presto detto: “Ci sono persone – afferma sempre Campanella – che dormono in macchina, alla stazione, per strada ma che hanno paura di esporsi o vergogna di mostrare la propria povertà, noi no, noi agendo così abbiamo recuperato la nostra dignità, occupando la Foscolo ho ritrovato la mia serenità.“
Non si può negare quindi che la soluzione trovata la scorsa sera sia un primo passo verso un progetto più ampio, una soluzione che ha scongiurato l’intervento delle forze dell’ordine dopo che la giunta aveva chiesto il differimento di due mesi del provvedimento di sequestro della ex Foscolo, differimento che non è stato però accolto. Una cosa sicura in questa vicenda però c’è: siamo solo all’inizio di una storia con tanti capitoli ancora da scrivere. Francesco Algeri (@fralgeri)