Il Brazilian Jiu Jitsu, è tra le arti marziali più apprezzate e antiche del mondo. Uno sport fuori dal comune, soprattutto in Italia. Il messinese Giovanni Anania, allievo di Igor Araujo, uno dei maestri più importanti al mondo, è uno degli atleti più quotati a livello internazionale.
L’ultima impresa di Anania ha visto l’atleta peloritano guadagnare il secondo posto agli Europei organizzati dalla International Brazilian Jiu-Jitsu Federation a Lisbona nello scorso gennaio. Un risultato di prestigio per un atleta che con grande sacrificio porta i colori della città in giro per l’Europa . “E’ stata una bellissima soddisfazione raggiungere la finale in un campionato così prestigioso”, ammette, emozionato, lo stesso Anania che ci ha accolti qualche giorno fa nel suo dojo, casa dell’ACSD Shin Ryu, insieme a Daniele Carcame ed Eugenio Carbone, due membri importanti della sua associazione: “confrontarsi con 3500 iscritti e con squadre fortissime provenienti da tutto il mondo è stato esaltante. Certo, resta l’amaro in bocca per non aver portato a casa l’oro ma va bene così, ci riproveremo”.
Una passione, quella per il Brazilian Jiu-Jitsu, nata grazie al sodalizio con Daniele che ha spinto Giovanni verso la nuova disciplina: “Io ho iniziato con lo Shorinji Kempo, arrivando al secondo Dan. Crescendo ho iniziato ad avere l’esigenza di confrontarmi nelle varie competizioni, passando per il Tai e la lotta a terra, avvicinandomi all’MMA. Poi dalla collaborazione con Daniele mi sono avvicinato maggiormente al Brazilian Jiu-Jitsu. Lui mi ha spinto e mi ha fatto conoscere Igor Araujo, il mio maestro. E da lì continuiamo ad allenarci e andare avanti, sempre crescendo . Una crescita che vuole concretizzarsi in altre medaglie. Intanto speriamo che il prossimo anno all’Europeo si passi dall’argento all’oro. Economicamente è impossibile partecipare a tutte le manifestazioni dell’IBJJF organizzate nel mondo. In Italia parteciperemo alla manifestazione di Roma nei prossimi mesi e speriamo di poter conquistare l’oro già in quell’occasione“.
Già, l’aspetto economico. Il periodo di crisi e un paese che guarda alla lotta più come sport di nicchia che come un’opportunità di eccellere fanno sì che le difficoltà siano tante, come ammette lo stesso Anania: “Noi siamo l’unico gruppo con la Gracie Barra ad aver disputato combattimenti anche in Brasile, ma ciò nonostante non è semplice perché tutto è a spese nostre e lo è stato anche per l’Europeo. Bisogna fare enormi sacrifici: non si parte mai da soli e chi è riuscito a partire ugualmente, nonostante la situazione di crisi, è da ringraziare e premiare. Anche per questo ringrazio tutti loro per la passione dimostrata e ringrazio chi, come il signor Cutispoto, ci ha aiutati personalmente sia per la manifestazione sia per la gestione del dojo. Poi nel febbraio del 2014 ho deciso di dar vita alla mia associazione, l’ACSD Shin Ryu, che ora conta circa una trentina di allievi tra cui anche qualche donna e bambini. Si va da una fascia d’età dai 6 ai 50-51 anni, a dimostrare che MMA e Jiu-Jitsu sono pratiche che possono fare tutti e non si tratta soltanto di violenza, come spesso si dice. Anche chi ha problemi fisici può praticarle e infatti noi ci occupiamo anche di riabilitazione. Speriamo di poter crescere anche per aiutare chi, grazie a queste pratiche, cresce spiritualmente e riesce a curare il proprio corpo. L’importante è questo, anche più delle medaglie”.