“Il mio pensiero va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa nel loro viaggio di speranza, e alla gente di Lampedusa che da venti trenta anni apre il suo cuore a chi arriva”, con queste parole, Gianfranco Rosi, regista e documentarista già vincitore del Leone d’Oro per Sacro GRA, accoglie tra le sue mani l’ambitissimo Orso d’Oro per Fuocoammare, docufilm realizzato in un anno e mezzo di riprese a Lampedusa per raccontare la vita dei suoi isolani e dei troppi migranti che scappano dalla propria terra e raggiungono le coste siciliane.
“L’accoglienza non deve essere fatta dalle singole nazioni, ma dall’Europa”, commenta sotto il cielo di Berlino, il regista, criticando la posizione di chiusura dell’Austria. “L’Italia ha già fatto tanto: per vent’anni ha agito da sola”. Commozione e applausi per un documentario che tocca le corde di ogni animo costretto a vedere con i propri occhi il dramma di chi vive l’esodo e l’accoglienza, di lampedusani e profughi: i molteplici colori in un prisma variegato su cui si infrange la stessa luce e, talvolta, la medesima oscurità. Tra i tanti ad aver apprezzato Fuocoammare, c’è anche l’attrice americata pluripremiata Meryl Streep che, a Rosi, tenendolo per mano, avrebbe detto: “questo film può vincere l’Oscar. Farò di tutto perché sia portato negli Usa’”