E’ stato siglato a Palermo il documento, passato alla storia come “Patto per la Falce”, che dovrebbe portare al recupero della zona falcata. Allo stesso tavolo Regione, Comune, Autorità Portuale e Università, che “si obbligano entro 10 giorni dalla sottoscrizione del Patto a definire i parametri urbanistici della zona specificando indici standard e norme di attuazione da applicare all’interno di quelle già previste in modo generico dal Piano regolatore del Porto”.
Nell’accordo è previsto che il Comune “si obbliga a rinunziare a tutti i contenziosi in atto pendenti su questioni afferenti il presente accordo entro 15 giorni dall’avvio di quanto previsto al comma 2 dell’articolo 3, che comunque deve concludersi entro 90 giorni. L’Autorità Portuale rinuncerà a proporre qualsiasi azione di rivalsa nei confronti dell’Amministrazione Comunale anche per effetto di presunti danni generati dal contenzioso estinto e/o dal mancato uso delle relative aree”.
Sul futuro della zona falcata, comunque, i dubbi restano. Proprio ieri la piattaforma politica per il Mare Negato aveva espressamente richiesto al Sindaco di preservare il sistema naturalistico e garantire la pubblica fruibilità di una zona da sempre nel mirino della speculazione.
Tutto però dipenderà dall’Autorità Portuale, che entro 45 giorni dovrà sottoporre all’assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente il Piano ed il rapporto ambientale, pena la richiesta da parte della Regione al Ministero di un commissario ad acta.
L’accordo prevede la realizzazione degli obiettivi entro tre anni.