Nonostante la recente sentenza del TAR di Catania che sancisce il fondamento dell’ordinanza sindacale, stracciando l’ordinanza provvisoria di sospensiva sulla chiusura del pronto soccorso del Piemonte, il direttore generale Vullo considera sempre valida la data del 26 novembre per lo smantellamento della struttura.
A lanciare un grido d’allarme il Comitato Salvare l’Ospedale Piemonte, che nel pomeriggio incontrerà a Palazzo Zanca l’amministrazione locale e i deputati regionali, affinché si prendano immediati provvedimenti, sottoponendo ancora una volta i comportamenti in violazione dell’ordinanza sindacale ai titolari della pubblica accusa.
Il Comitato ha anche annunciato una manifestazione con raccolta firme per chiedere l’immediata rimozione del manager.
“Che cosa e chi spinge il direttore generale dell’Azienda Papardo-Piemonte Vullo all’ accanimento nel voler chiudere ad ogni costo ed in maniera addirittura convulsa il Pronto soccorso del Piemonte, contro ogni regola giuridica e di elementare buon senso? – si domanda Marcello Minasi, presidente del Comitato – Perché ha tanta fretta di infrangere la legge invocando astratti ed estranei principi contenuti in direttive europee sugli orari di lavoro, annunciando che dal 26 Novembre prossimo tornerà a smantellare di nuovo quel che restava del Pronto soccorso?”
“Il tutto avviene nel silenzio delle autorità di vigilanza e dell’assessore di cui da tempo non si hanno notizie. Chiamiamo tutti i protagonisti della vicenda ad una rigorosa osservanza della legge. Anni di lotta ci consentono di pretendere che l’Ospedale Piemonte sia garantito nelle sue funzioni di diagnosi e cura per l’emergenza-urgenza al servizio della cittadinanza messinese così come previsto dalla legge 24.
Tale obiettivo passa attraverso la tutela del Pronto Soccorso Generale nella pienezza delle sue funzioni con le specialistiche annesse ed i Pronto soccorsi ostetrici e pediatrici, e quindi attraverso l’emanazione di norme attuative della stessa legge adesso nelle mani dell’assessore e dei deputati regionali.
Quanto all’ assessore – conclude il comitato – che valuti la condotta del direttore generale, provvedendo alla sua immediata rimozione se lo stesso non riterrà di dimettersi”.