“La Sicilia non è al default, c’e’ solo crisi di liquidita’ per la recessione. Il bilancio è certificato dalla Corte dei Conti, compresi i residui attivi … Tre agenzie di rating monitorano i conti. La nostra situazione è di BAA2, siamo sullo stesso piano del Veneto e di altre regioni”.(ANSA)
Dopo la notizia di alcune banche nonché d’alcuni dirigenti di Confindustria (Ivan Lo Bello) riguardo la “disastrosa” situazione economica della Regione Sicilia, Lombardo risponde presentando i dati inerenti le stime delle agenzie di rating e dando un’anticipazione sul suo futuro come Presidente: si dimetterà. Dopo la convocazione a sorpresa di Monti, già commentata a caldo dal Presidente dell’ARS Cascio come “anomala”, queste dichiarazioni giungono a meno di un’ora da quelle di Beppe Grillo che proprio riguardo la crisi si è dichiarato deciso a chiedere “l’istituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare per accertare le cause del debito pubblico sia a livello nazionale che amministrativo” riferendosi non solo all’isola della trischele ma anche ad altre realtà regionali in difficoltà.
Mentre in assemblea regionale le parti litigano impedendo di fatto un qualsiasi sblocco della situazione, anche Fini si pronuncia apertamente a Radio Anch’io: “La Regione Sicilia ha i conti fuori controllo. E’ vero che si tratta di una situazione in trascinamento da anni, ma in questo modo la Regione rischia di perdere i fondi europei … assurdo che qualcuno tenti di strumentalizzare l’autonomismo siciliano.”
Perchè anche la questione autonomismo ritorna in primo piano nella discussione sulla Sicilia. Sempre più alte le voci dei contrari, coloro cioè che, tra le forze istituzionali e non, vorrebbero revocarla o toglierla del tutto: “Lo diciamo da anni: – afferma Orazio Licandro, coordinatore della segreteria nazionale del Pdci – per i siciliani l’autonomia speciale è stata dannosa quanto la mafia, se non addirittura di più.” E continua: “Ha ragione il presidente nazionale di Confindustria Ivan Lo
Bello che dal Corriere della Sera lancia l’allarme: la Sicilia non solo è a rischio default ma è interamente nelle mani di una classe dirigente clientelare, predatrice, rozza e collusa con la mafia. Bisognerebbe commissariare a lungo la regione o comunque andare in senso opposto a una maggiore autonomia come alcuni ambienti torbidi e ululanti sempre di più invocano. La storia siciliana insegna che pulsioni e progetti autonomistici e indipendentistici hanno visto
sempre saldature con la criminalità organizzata.”
Ed anche su questo Lombardo ribatte” “Lo statuto regionale non prevede il Commissario”.
La situazione della Sicilia fa discutere più di quanto ci si sarebbe potuto aspettare mentre alcuni complottisti, tenendo conto che le banche e Confindustria sono stati tra i primi ad attirare l’attenzione sul nostro deficit, iniziano addirittura a parlare di volontà politica di criminalizzare nuovamente la Sicilia resa da tempo simbolo del “problematico sud del paese”. Forse che il riferimento lombardiano alla situazione monetaria del Veneto, proprio una regione del nord vantata tra le più “meritevoli” in tutto, sia dovuta anche a questo pensiero? (CARMEN MERLINO)