“Non si può andare avanti a spot” così ha esordito il capogruppo all’Ars del Pdr, onorevole Beppe Picciolo che, raggiunto telefonicamente, ha risposto ad alcune delle nostre domande, al termine della conferenza stampa tenutasi stamane a Palazzo Zanca per presentare il documento pre-sfiducia.
E, dalle sue parole, sembra chiaro che il partito rappresentato dal deputato regionale, intenda giocare a carte scoperte e assumere la leadership di tutta l’opposizione ad Accorinti e co. ponendosi alla testa di quella cordata che, trasversalmente, inneggia ad un post Renato ma non azzarda il passo successivo, forse per timore di non avere proposte abbastanza efficaci da presentare.
“Bisogna procedere nella direzione dei tavoli bilaterali di cui il Pdr si rende portavoce insieme al suo gruppo dirigente per poi chiudere un ragionamento politico di maggioranza e condiviso con le altre forze politiche del quadro che sarà poi quello che porterà al voto di sfiducia”. Traduzione: ond’evitare di arrivare in Aula e poi fare la solita scenetta in cui per un motivo o per un altro qualcuno non vota la sfiducia fornendo le più disparate giustificazioni, prima mettiamo nero su bianco le ragioni in un bel documento che scriviamo insieme (?) così il passaggio dalla Sala Consiliare diventa una mera forma.
Il ragionamento non fa una piega, specie se si considera la mission che Picciolo sembra essersi posto, e che va ben oltre la “semplice” sfiducia: “guidare la mozione e, dopodicchè, una fase successiva che è quella del dopo Accorinti”. L’annuncio di una discesa in campo in piena regola. Insomma, se qualcuno avesse mai avuto dubbi in merito, l’obiettivo dei Dr è quello di essere la forza politica sul territorio. E i primi con cui “ragionare” sono gli alleati del Pd che, attualmente, non sembrano voler staccare la spina all’amministrazione.
Quella dell’emergenza idrica occorsa in questi giorni (e non ancora giunta al termine) è, di fatto, il casus belli che ha portato a fare questo primo, grande passo. E’ stato lo spavento a fare da leva verso l’azione che punta alla sfiducia; “il terrore all’idea di quello che potrebbe accadere nel caso in cui, ad esempio, si verificasse un terremoto”, confida il parlamentare.
“ A volte la paura è prevalente come sentimento anche rispetto alla lungimiranza politica.
Probabilmente ci sarebbero stati 100 motivi prima per poterlo fare ma questa è stata la classica goccia d’acqua -scusi la battuta visto che non ce n’era- che ha fatto traboccare il vaso”.
Ma sarebbe assurdo pensare di imputare al primo cittadino messinese la negligenza originaria e lo sa anche il leader del Pdr: “Sicuramente non è colpa di Accorinti o della giunta. Viene da lontano, da problemi della gestione dell’acqua su Messina, dall’abbandono dell’Alcantara, dalla trascuratezza con cui l’Amam è stata gestita in questi anni, quindi sicuramente non ha una responsabilità diretta Accorinti”.
Però? Però: “Hanno un ufficio di protezione civile comunale che è totalmente incapace di intendere e di volere, sconfessato dalla Prefettura che si è dovuta fare carico di tutto estromettendo il Comune. Ci rendiamo conto?”
Accorinti, considera il deputato, non ha saputo gestire la situazione e a lui, per quanto non “colpevole” in prima persona (e neanche in seconda o in terza), vengono riconosciuti per l’appunto degli oneri: “ha la responsabilità, come ogni capo, di una gestione assurda della crisi idrica che ha portato a dire anche altre assurdità come quella che non è riuscito a contattare Crocetta quando sa bene che esiste la batteria e io con il Presidente della Regione, mentre era a Tunisi ho parlato 4 volte alle 2 di notte e mi ha risposto immediatamente”.
Fermi tutti!
Ma come? Se Picciolo ha parlato con il Governatore, per ben quattro volte, in piena emergenza, allora possiamo smentire le dichiarazioni dell’ospite di Palazzo D’Orleans che aveva dichiarato di essere all‘ oscuro di tutto?
“Non vedo perché dovrebbe mentire. E’ una persona che si assume le sue responsabilità. Certamente non è una persona che dice menzogne”. Il parlamentare dunque conferma che Crocetta avrebbe potuto serenamente non sapere, in effetti, della situazione in corso. Appare logico chiedersi come sia possibile, giacché ci ha appena detto di averlo sentito per ben quattro (non una!) volte lui stesso, deputato regionale, messinese, membro della commissione servizi sociali e sanitari, nel pieno di una crisi sociosanitaria di cui era pienamente consapevole.
“L’ ho contattato per fatti politici non per fatti dell’emergenza.
Quindi io parlavo di altro con il presidente della Regione. Avevo altre rogne. La gestione della crisi regionale che come vede ancora è in essere”. Una crisi tutta politica che anima i valzer che stanno alla base della nascita di questo quarto Esecutivo e che, evidentemente, hanno calamitato fin troppo l’attenzione, al punto da far perdere di vista il senso delle priorità, quelle che dovrebbero avere al centro il territorio e non gli affari dei palazzi del governo palermitano, ci permettiamo di ritenere.
Ironia (!) della sorte vuole tra l’altro che l’assessore regionale con delega al territorio, all’ambiente e alla protezione civile, fino ad un istante fa (e, a quanto pare sarà riconfermato, anche se probabilmente con altra delega), fosse Maurizio Croce, espressione proprio del Pdr. “L‘assessore Croce come tutti gli altri tranne la Contraffatto e la Lo Bello erano sospesi dalla loro attività”, risponde prontamente Picciolo.
“Quindi io parlavo di altro con il presidente della Regione. Sicuramente non mi sarei mai neanche sognato di pensare che Accorinti -o chi per lui: dirigenti, Protezione Civile provinciale, regionale, Prefettura- non l’avesse contattato”. Touche!
“Non sono fatti di competenza della politica regionale questi, sono fatti di competenza degli uffici tecnici che sovrintendono alle strutture. Sarebbe stata anche un’indebita ingerenza secondo me. Io parlo da presidente di un gruppo parlamentare di dieci deputati”.
Il deputato regionale che non si è sottratto in alcun modo all’intervista, va detto, ha chiarito che, di fatto, non ricorda bene se le sue conversazioni con il Governatore siano avvenute a voce o via sms; di certo è riuscito a contattarlo proprio tramite lo strumento della batteria, “un telefono che h24 reperisce il Presidente”, cosa che, ribadisce, avrebbe dovuto fare anche Accorinti o chi per lui. La responsabilità è dunque degli uffici che non hanno seguito l’iter che sarebbe stato ovvio. Si potrebbe pensare di sfiduciare loro? O rimuoverli dagli incarichi che ricoprono per manifesta incompetenza?
E, d’altra parte, ci si consenta chiedere, non è assurdo che un cittadino rimasto senza acqua per giorni e giorni, si debba sentir dire che un parlamentare che ha è stato eletto sul proprio territorio, in quel momento di tragicità ritenesse prioritario discutere con il numero uno della Regione di una crisi di governo, ossia gestione delle poltrone piuttosto che di quanto accadeva nel messinese?
“Ogni cosa ai suoi livelli”, commenta l’odontoiatra ex Pd, eletto nelle file del MPA. “Non può essere un deputato regionale, capogruppo, ad occuparsi del problema della crisi idrica. Io ho trovato i fondi grazie a Croce -1 milione di euro dei fondi PAC pronti per Calatabiano per un contributo fattivo al problema del dissesto- ma è diverso. Sono competenze diverse.
Molto spesso la marmellata politica in cui si sovrappongono voci di deputati regionali, nazionali, ministri, sottosegretari, creano solo un caos istituzionale, creando alibi a chi ha la responsabilità”, prosegue. “Il sindaco che è la massima autorità cittadina ha il dovere di confrontarsi con chi di dovere per poter portare soccorso e aiuto alla sua popolazione. La politica può intervenire nella fase successiva: reperire fondi, risorse, dare una mano sollecitando più o meno le istituzioni. Ma la fase di allerta di coordinamento di azione politica è in capo all’amministrazione e al suo sindaco”.
Chiaro? Questo è quello che devono fare i deputati. “Intervenire, nella fase successiva[…]; dare una mano sollecitando più o meno le istituzioni”: certo, ammesso e non concesso che vi sia un rimpasto di governo che surclassa il resto.
L’emergenza intanto gestitevela voi. E se il sindaco è un incapace, pazienza, lo sfiduceremo…poi! “Ogni cosa ai suoi livelli”, e con i tempi della politica, aggiungiamo noi! Speriamo non la pensino proprio tutti così.