La rappresentante di Giunta, ascoltate le richieste dei lavoratori iscritti alla Funzione pubblica della CGIL, ha fissato alla cooperativa “ Comunità per Vivere Insieme” un ultimatum di sette giorni, trascorsi i quali, in caso di mancate soluzioni, il Comune non esclude l’ipotesi di rescissione del contratto.
Ipotesi di rescissione del contratto nel caso in cui, entro sette giorni a partire da Lunedì, questo è quanto deciso ieri pomeriggio (giorno dell’incontro tra l’assessore ai servizi sociali, Nina Santisi, e la segretaria della Funzione pubblica della FP CGIL, Clara Crocé), la cooperativa “Vivere Insieme”, che ha in appalto il servizio di trasporto e assistenza disabili nelle scuole elementari e media, non procederà a regolarizzare gli stipendi ai lavoratori e non chiarirà la propria posizione in merito al perché ai dipendenti è stata “affibbiata”, a loro insaputa, la qualità di soci.
Questa la “promessa” fatta dalla rappresentante di Giunta durante il confronto voluto dalla Funzione pubblica della CGIL e in occasione del quale il sindacato e la delegazione di lavoratori presenti (circa un centinaio quelli che hanno atteso fuori palazzo Zanca), hanno avuto modo di rappresentare tutte le criticità di un servizio che al Comune rischia di essere mal garantito così come avvenuto a palazzo dei Leoni. Una preoccupazione legata la fatto che a gestire l’attività in questione è la cooperativa “Vivere Insieme”, la stessa che ha avuto affidato il servizio presso l’ex Provincia regionale.
Il principale nodo del contendere, prima ancora del non puntuale pagamento degli stipendi, diventato pressoché una costante (salvo poche eccezioni), nel mondo del sociale messinese, riguarda l’insolita modalità di assunzione dei lavoratori in qualità di soci, i quali, proprio per questo, hanno rifiutato di sottoscrivere il contratto. “Durante l’incontro – ha affermato la segretaria della Funzione pubblica della Cgil – abbiamo spiegato all’assessore che i dipendenti, in queste ore, stanno ricevendo le lettere raccomandate con la quale la cooperativa ne chiede appunto l’adesione a socio. La dicitura utilizzata è la seguente: “La cooperativa “Comunità per vivere insieme “ è una cooperativa sociale a mutualità prevalente , che opera anche per il dettato statutario esclusivamente a mezzo dei propri soci lavoratori”. Niente di più faslo – continua la Crocé Abbiamo chiarito all’assessore che tale affermazione è illegittima, in quanto l’art. 37 del CCNL (citato nel capitolato speciale di appalto) impone il passaggio diretto dei lavoratori dall’imprese uscente a quella subentrante . Non comprendiamo, dunque, i motivi per cui abbiano partecipato alle gara se non possono assumere lavoratori dipendenti. Inoltre – continua la segretaria – tutte le cooperative sono a mutualità prevalente, nessuna norma impone alle cooperative di assumere tutti i lavoratori nella qualità di soci”.
Ed ecco l’affondo verità della segretaria della FP CGIL: “La verità è una sola: senza i vantaggi e gli sgravi contributivi che la normativa prevede per i soci lavoratori, la cooperativa non può sostenere l’appalto in quanto è stato aggiudicato con il ribasso del 100%. Inoltre – continua la sindacalista – nello schema di adesione a socio la cooperativa si riserva: “Ferma ed indiscussa la facoltà degli Amministratori di determinare e variare le mansioni assegnate a soci lavoratori”. Ed ancora, con l’accettazione della richiesta avanzata dalla cooperativa viene imposto di: “Accettare in maniera integrale , irrevocabile e incondizionata lo Statuto sociale la clausola compromissoria dell’art.41 dello statuto sociale e tutte le deliberazioni legalmente adottate dagli organi sociali”.
Peccato però che tali statuti, regolamenti e delibere, non vengono allegate alla richiesta e sono sconosciute dai lavoratori”.
A ciò, come accennato, si aggiunge poi il nodo stipendi: “La cooperativa – scrive la Crocé – doveva versare 15 giorni di stipendi (i lavoratori hanno iniziato a lavorare con apertura delle scuole il 14 settembre ) al 25 ottobre, ma ancora “Vivere insieme” non è stata in grado di pagare neanche i 15 giorni del mese di settembre. Molti dei lavoratori sono quindi privi di reddito dalla chiusura delle scuole. La cooperativa uscente , ha sempre pagato puntualmente gli stipendi e prima dell’inizio dell’anno scolastico anticipava lo stipendio proprio con l’obiettivo di fare lavorare, in modo tranquillo, gli operatori bambini disabili”.
- Alla luce delle molteplici difficoltà illustrate dalla FP CGIL, l’assessore si è quindi detta pronta ad avviare un percorso che, in caso di mancati cambiamenti da qui ai prossimi sette giorni, spingerà palazzo Zanca ad assumere posizioni nette nei confronti della stessa cooperativa. “L’assessore – conclude la Crocé – ha inoltre preannunciato che incaricherà un ufficio, presso il Dipartimento servizi sociali, il cui compito sarà quello di effettuare esclusivamente controlli sull’operato delle cooperative. Aspetteremo questi sette giorni fiduciosi che la vertenza possa risolversi. Di contro attiveremo tutte le procedure legali nei confronti della cooperativa “Comunità per Vivere insieme”.