La conferenza dei capi gruppo ha deciso di non discutere la mozione di sfiducia nei confronti del presidente Raffaele Lombardo. Il 31 luglio il Governatore si presentera’ in aula per le sue dimissioni, in modo da rendere possibili le elezioni anticipate il 28 e 29 ottobre prossimi.
Non è passata la linea proposta dal Partito democratico, che avrebbe voluto fissare la discussione sulla sfiducia “contestualmente” alle dimissioni di Lombardo. Quest’ultima ipotesi prevedeva un ordine del giorno unico (da svolgere quasi sicuramente il 26 luglio), con la discussione della sfiducia che sarebbe scattata qualora il presidente della Regione non avesse abbandonato la carica. Alla fine passa la linea “di sintesi” proposta da Cascio: dimissioni il 31 e sfiducia solo in caso di ripensamento da parte del presidente della Regione.
Queste settimane dovrebbero consentire all’Aula di far giungere in porto anche il ddl con le norme stralciate dalla Finanziaria (“Norme in materia di entrata – Finanziamento delle leggi di spesa”), al momento in discussione presso la commissione Bilancio. Dopo l’approvazione della legge di spesa, arriveranno le comunicazioni di Lombardo.
Una riunione dei capigruppo che segna anche la “rottura” tra UDC e PD, con Giampiero D’Alia che dichiara: “Prendiamo atto della decisione del presidente dell’Assemblea regionale Cascio di non mettere in discussione le mozioni di sfiducia – afferma il presidente dei senatori dell’Udc e segretario regionale del partito – . Si tratta di un atto politico frutto di quella maggioranza trasversale che in questi anni ha prosciugato le casse della Regione, provocandone il dissesto finanziario. Non ci meravigliamo neppure – aggiunge D’Alia – del tacito assenso dato dal Pdl, partito in crisi e allo sbando in Sicilia come nel resto del Paese. Ci amareggia invece e ci sorprende – prosegue D’Alia – la mancanza di serietà e di affidabilità del segretario regionale del Pd e del capogruppo all’Ars che con noi hanno sottoscritto la mozione di sfiducia”.